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ASSEDIO DI GRONINGEN

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2011 14:52
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Registrato il: 12/01/2006

Patrizio
Mastro Cantore
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02/02/2006 21:07
 
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13 ottobre 1307,

L'esercito arrivò in vista della città solo nel tardo pomeriggio. Le macchine d'assedio erano pesanti da trasportare e i soldati del Principe erano stanchi e affamati.
Avevano marciato verso Groningen per tre lunghi giorni sotto una pioggia incessante che aveva creato percorsi fangosi e strade scivolose. Tutto sembrava dover terminare in una grande sconfitta.

Solo cinque giorni prima il Principe della Lega aveva emanto l'ordine di armare l'esercito stanziato da mesi nei pressi di Lubecca; l'obiettivo dell'operazione era infliggere una dura lezione alla città di Groningen che da mesi non pagava i tributi concordati.
Nonostante le continue missive intimidatorie da parte del Principe, il sindaco di Groningen conosciuto come l'implacabile Ubner Kolzman, non aveva ceduto ad assecondare le richieste del suo signore ed era deciso a resistere ad un possibile attacco delle forze militari principesche, trincerato dietro le doppie mura cittadine.

Molti consiglieri avevano esposto il loro parere contrario al comportamento ostinato di Ubner nel mantenersi indipendente, e nonostante i loro continui lamenti, l'implacabile sindaco decise che sarebbe stato lui a far comprendere al Principe il suo diritto di decidere cosa donare o pagare.
In pochi giorni fece arruolare più di trecento uomini nella milizia; poveri, diseredati e quant'altri potevano impugnare un moschetto o una spada vennero, reclutati con la promessa di un ingente paga giornaliera chen probabilmente non avrebbero mai riscosso.

I cittadini di Groningen, col passare del tempo, notarono i grandi movimenti di armi e vettovaglie che avvenivano in città ma per quanto si sforzassero non riuscivano a capire il motivo di tanta confusione.
Le voci che correvano riguardavano il possibile attacco di Beneke un temibile pirata che da giorni si aggirava con un grosso convoglio di navi nello stretto della Manica. Ma si sbagliavano di grosso.

Il 7 Ottobre 1307 venne annunciato nella piazza principale che la città di Groningen sarebbe stata assediata da un esercito nemico. Ubner si preoccupò di ingaggiare falsi informatori che andassero nelle taverne a diffondere informazioni errate sul conto della minaccia, in modo che la gente non sapesse mai che la colpa dell'assedio era sua. Atutti i costi avrebbe regalato una vittoria alla sua città e se in futuro si fosse saputa la causa della guerra egli avrebbe incitato gli orgogliosi cittadini di Groningen a rendersi conto che potevano fare a meno delle leggi del Principe e che potevano monopolizzare il loro commercio senza interferenze esterne.

Tutto sembrava pronto. La pioggia degli ultimi giorni aveva creato diversi problemi a coloro che dovevano terminare il rinforzo delle mura ma i lavori erano stati portati a termine per tempo ed ora non si aspettava altro che il nemico.

Il sole sorse come tutti giorni, anche se leggermente coperto dalle nuvole, Ubner si svegliò nel suo letto di soprassalto perchè qualcuno stava bussando incessantemente alla porta della sua camera posta all'ultimo piano del municipio.

"Chi è che fa tutto questo baccano!!!!" urlò Ubner "fatevi avanti!!!!"
Ansimante e sudato, il suo umile assistente entrò nella stanza urlando:
"sono alle porte sindaco!!!!, i soldati del Principe sono alle porte!!!!"

Ubner rimase rimase scosso dalla notizia ma prendendo coraggio si vestì e corse fuori dal municipio.

Continua....


"I fuochi segreti dei nostri cuori bruciano nel ricordo di dure perdite e di eroi uccisi ma, come la pietra da cui siamo venuti, resistiamo "
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Registrato il: 17/09/2004

Datore di lavoro
Mastro Cantore
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06/02/2006 16:56
 
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Sì ! Sì ! Sì !

Forza Ubner Kolzman, che sei tutti noi.

Cantagliele chiare, a quel Principe fetente.

Che non è il “Principe della Lega Anseatica” residente a Lubecca. Ma piuttosto il Principe del luogo (ogni città, ufficio e stazione commerciale ha il suo, purtroppo), nemico quindi della Lega Anseatica.

E’ giunto alfine il momento, per noi Liberi Mercanti, di iniziare a farci rispettare.

Che imparino dunque, a loro spese, che è finito (sì, è finito) il tempo in cui dei nobilucci imbelli ed arroganti potevano impunemente allungare i loro adunchi artigli sui nostri strameritati guadagni.

Avidi, inutili, pazzi sanguinari.

Il vostro tempo è finito.

Ricacciamogli in bocca la loro albagia con le armi.

Viva i Liberi Mercanti della Lega Anseatica !

Morte al Principe sanguisuga ed a tutti i nobilastri !


L'origine dipendente / che non viene distrutta, / non viene in essere, / non cessa, / non è eterna, / non è singola, / non è plurima, / non giunge, / non si allontana / questa è la più alta virtù / che trascende la vacuità delle parole: / proprio così insegna il Buddha. / Io lo saluto, / giacché è l'eccelso / fra i commentatori della Via.
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Patrizio
Mastro Cantore
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06/02/2006 21:11
 
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Assedio di Groningen PARTE 2

“Generale gli ultimi uomini sono arrivati!” disse il comandante della 6° compagnia di cavalleria.
“Bene, preparate le catapulte. Arcieri in seconda linea!, comandante… tieni la tua compagnia pronta per eventuali attacchi ai fianchi, non ho intenzione di perdere uomini per stupidi errori” .
“Sissignore!! “ disse il comandante che partì per comunicare gli ordini ricevuti.
“Mandate un messaggero con il proclama di resa” disse il generale.
Immediatamente venne chiamato l’ufficiale in seconda Herman che raggiunse la testa del reggimento in pochi secondi.
Issando una bandiera bianca composta dal vessillo del principe si avviò per andare a parlamentare con il sindaco traditore.

“Signor sindaco finalmente è arrivato!, guardi sono tutti la pronti all’assedio” disse il comandante delle truppe cittadine.
“Vedo vedo…” rispose Ubner, “stanno inviando un messaggero a parlamentare, ma non accetteremo compromessi! non oggi!!” terminò in modo deciso.
Il sindaco si voltò verso i miliziani reclutati da poco pronti dietro le mura: “Soldati!, Cittadini di Groningen!, il nemico è qui!, vuole le vostre case, i vostri figli, il prodotto delle vostre fatiche”, il sindaco fece una pausa.
“Siete pronti a difendere le vostre famiglie??” immediatamente ci fu una sonora risposta di urla esultanti;
“Siete pronti a difendere la vostra città??” le urla aumentarono;
“Allora … preparatevi perché non permetteremo agli invasori di portarci via quello che è nostro di diritto!!!” il popolo rispose con un sonoro “siiiiiiiii!!!, a morte gli invasori!!!, gli faremo vedere noi!!” le guardie cominciarono a sbattere le spade contro gli scudi creando un fragore spaventoso. Nei cuori degli orgogliosi cittadini di Groningen sorse la brama della vittoria incitati dal loro sindaco, così tutti si prepararono per l’imminente attacco.

Il messaggero giunse alle porte della città in groppa ad uno stallone addestrato. Vedendolo arrivare, i cittadini traditori del regno cominciarono a lanciare insulti e scherni dall’alto delle mura ma non prestando loro attenzione il messaggero si accinse coraggiosamente a leggere il proclama del principe.

Il sindaco Ubner comprese subito il pericolo imminente. Il messaggero portava sicuramente una proposta di resa in nome del principe e se questa fosse stata letta, avrebbe rivelato la natura dell’assedio. Prese subito una decisione critica e ordinò al capitano degli arcieri di uccidere a sangue freddo il messaggero.

“Cittadini di Groningen!!” cominciò a leggere il delegato,
“Secondo le leggi emanate dalla Lega e approvate dal nostro princ….” La frase gli rimase sospesa a metà quando una pioggia di frecce si abbattè sullo sventurato inchiodandolo al suolo.
I cittadini rimasero sbigottiti dalla scena improvvisa che si era presentata ma subito alzarono le loro urla di sfida, ebbri della foga di battaglia.

Il generale del principe vide il messaggero cadere al suolo trafitto ed immediatamente contorse i muscoli della faccia in un espressione del tutto accigliata.
“Maledetti….” disse digrignando i denti, “quell’uomo portava la bandiera bianca e veniva in pace…. aveva moglie e figli che non vedrà mai più, maledetti!!! maledetti!!!. Quelli non sono uomini sono bestie!!!!” urlò fortemente alterato il generale.
“Presto!! Caricate le catapulte, voglio quelle porte ridotte in briciole!!!”
“Signore, le catapulte sono gia pronte, attendiamo i tuoi ordini” rispose l’ufficiale li accanto.
“Bene, Groningen oggi cadrà, lo giurò sul mio onore!!” disse il generale.
“Comandante!”, “si signore!”,
“Lanciate!!!!!!!”, prima che l’urlo del generale terminasse le catapulte sputarono un ingente massa di fuoco e fiamme.

Continua….


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10/02/2006 14:06
 
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Re:
Non c'è che dire....la battaglia sta per iniziare...ricorda vagamente la battaglia del film il signore degli anelli....vai Rurik...anche il mago è con te!
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Registrato il: 12/01/2006

Patrizio
Mastro Cantore
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10/02/2006 23:33
 
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Grazie Dragon e tra pochi giorni la terza inedita parte dell'assedio non mancate [SM=g27811]


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Patrizio
Mastro Cantore
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18/02/2006 23:36
 
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Assedio di Groningen PARTE 3

La prima salva di colpi lanciate dalle catapulte si schiantò a pochi metri dalle mura cittadine, i soldati di Groningen appostati su di esse ebbero appena il tempo di mettersi al riparo quando un’ondata di polvere ustionante li investì.
Il comandante Fuller, nominato di recente a capo delle forze cittadine dal sindaco Ubner, si riparò gli occhi per evitare il forte calore e la polvere che l’attacco aveva sollevato ma da buon soldato veterano, essendo sopravvissuto a molte campagne, non si mosse di un millimetro.
Fuller non era un uomo di molte parole, per anni aveva servito come mercenario nelle battaglie di frontiera, comandato l’esercito che nel 1298 aveva assediato Malmo e soprasseduto, alcuni dicevano, ad attacchi pirata avvenuti in città del Nord per conto di avidi mercanti ben paganti. Ubner sapeva bene tutto questo, ed infatti nei precedenti giorni aveva fatto esplicita richiesta di lui.
Con sguardo serio e tono pacato, Fuller diede ordine alle staffette di comunicare alle torri di rispondere al fuoco. In pochi secondi esse rimbombarono come in risposta al suo sommesso ordine e due enormi palle di cannone vennero scagliate direttamente verso l’esercito nemico.

“Generale Franz!!! Stanno rispondendo al fuoco!!!!” urlò uno dei soldati del principe.
“Presto spostate le catapulte a Sud!!! rispose il generale. “Non possiamo perdere le macchine o non entreremo mai in città!!!”
I soldati si misero subito al lavoro togliendo i blocchi alle ruote delle catapulte, dato il loro ingente peso e la leggera pendenza del terreno stesso, cominciarono lentamente a spostarsi ma una d’esse rimase incastrata a causa di un piccolo avvallamento del suolo così che il colpo preciso sparato dalla torre di guardia Est andò a schiantarsi proprio sul braccio del macchinario distruggendolo completamente.
Al generale sfuggi di bocca un imprecazione piuttosto colorita, ma senza farsi distrarre dall’accaduto ordinò repentinamente di spostare le catapulte fuori dalla portata dei cannoni e di cessare il fuoco. Dopo di che chiamò i tre ufficiali subalterni e scomparve nella tenda di consultazione allestita nelle retrovie.

Dalla città esordì uno spaventoso urlo di vittoria che rimbombò per tutta la valle circostante, mai i cittadini di Groningen avrebbero pensato di respingere un assedio tanto facilmente. Tra le vie alcuni beoni cominciarono a versare vino e birra per festeggiare ma sulle mura l’atmosfera era tutt’altro che euforica.
Un miliziano si avvicinò piuttosto timoroso al comandante Fuller che anche tuttora appariva serio e calcolatore, un muro di mattoni senza espressione e sentimento.
“Comandante…” il miliziano tentennò nel rivolgergli la parola, “comandante che facciamo ora?”.
Fuller non rivolse nemmeno lo sguardo al sottoposto ma accentuando la sua dura espressione ordinò di cessare il fuoco dalle torri e di restare in attesa.
Il sindaco Ubner notando la momentanea calma si accinse a raggiungere Fuller sulle mura il quale non si era ancora mosso dall’inizio dell’assedio.
“Complimenti davvero Fuller! un ottimo colpo! e soprattutto al momento giusto!” si complimento il sindaco.
“Cosa pensi stiano facendo ora quei codardi?” chiese Ubner; Fuller guardò il sindaco con i suoi occhi gelidi e pieni di disprezzo, “si stanno riunendo per decidere come agire. E’ tardi e fra poco farà buio”.
“ha ha ha!!!! come primo giorno non è andata poi male li abbiamo schiacciati quei patetici codardi ha ha ha” disse il sindaco con una risata quasi isterica.
Fuller tornò a guardare il sindaco che ora appariva come un pazzo esaltato, “Non li abbiamo schiacciati, li abbiamo pugnalati alle spalle uccidendo il loro messaggero….. Proprio come farebbero dei codardi” Fuller terminò la frase voltando le spalle a Ubner e scese dalle mura andando a raggiungere i suoi uomini. Il sindaco smise di ridere spiazzato da quell’affermazione bruciante, quindi continuò a fissare il comandante mentre scompariva nella guardiola.

continua...


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Registrato il: 18/03/2005

Sindaco
Sommo Cancelliere Anseatico
OFFLINE
19/02/2006 23:09
 
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E dopo l'ennesima giornata di Olimpiadi, un buon racconto da leggere... per mia fortuna il frigorifero era ben fornito!
[SM=x329192] [SM=x329190]
Attendo con ansia il seguito Rurik... ci conto!
[SM=x329166]

[Modificato da f.strillone 19/02/2006 23.10]

[Modificato da f.strillone 19/02/2006 23.11]



Quando avrete inquinato l'ultimo fiume, quando avrete abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo pesce, ucciso l'ultimo bisonte, solo allora vi accorgerete che non potete mangiare tutto il denaro accumulato nelle vostre banche.
RIPRENDIAMOCI LA TERRA
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Registrato il: 24/01/2006

Notabile
OFFLINE
22/02/2006 23:29
 
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Re:
Ottimo proseguimento...con molta introspezione psicologica...sei anche scrittore?? [SM=x329168] continua così... [SM=g27811]


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Registrato il: 15/12/2005

Datore di lavoro
Mastro Cantore
OFFLINE
23/02/2006 18:46
 
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bel racconto!!!!
Complimentoni [SM=x329168]
un bellissimo racconto, stiamo tutti aspettando la prossima puntata(non sarà come BEAUTIFULL, 5000 puntate??? [SM=g27833] [SM=g27828] )
VAI E CONTINUA COSI' RURIK
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Registrato il: 12/01/2006

Patrizio
Mastro Cantore
OFFLINE
23/02/2006 21:38
 
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no niente Beautiful credo che manchino ancora 5 o 6 puntate.

Sapete ho in mente tanti bei racconti da stendere ma il tempo è davvero tiranno.

avrei bisogno di due settimane ferie per scrivere tutto.


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Registrato il: 12/01/2006

Patrizio
Mastro Cantore
OFFLINE
26/02/2006 21:25
 
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Assedio di Groningen PARTE 4

“Si può sapere cosa diavolo sta succedendo??” urlò il generale Franz accigliato con i suoi ufficiali.
Uno dei subalterni tentò di prendere la parola: “Signore….”
“Silenzio!!!.”
“Non voglio inutili scuse!!!. I rapporti che avete stilato parlavano di una città quasi indifesa ed invece mi ritrovo due torri presidiate e per di più con cannoni da guerra!!!”.
“Ma signore…” disse il capitano Herik “gli esploratori del Principe avevano riferito con certezza che le difese cittadine erano pressoché nulle. Da anni Groningen non entra in guerra e le torri erano state murate più di sette anni fa, se ci fossero stati cannoni montati gli esploratori li avrebbero sicuramente avvistati; sapete anche voi che quegli uomini non si sbagliano mai” terminò con tono sicuro il capitano.
“Dannazione a voi e a Groningen!!!” urlò Franz sfogando tutta la rabbia accumulata nei precedenti giorni di marcia e dando un calcio ad uno sgabello di legno che andò a sbattere contro lo scrittoio.
“Hai maledettamente ragione, quegli uomini sono addestrati nel loro lavoro non possono aver sbagliato, allora che diavolo è successo!!!! Qualcuno vuole spiegarmelo??!!!”
Il silenzio calò su coloro che erano nella tenda e fuori d’essa nessun rumore si poteva udire, segno che la collera del Generale non era passata inosservata. Solo allora il capitano Herik prese coraggio e si fece avanti chiedendo la parola.
“Parla!!” disse il Generale, che intanto si stava calmando riprendendo il suo solito autocontrollo.
“Signore, con tutto il rispetto, credo ci abbiano ingannati!” le parole del capitano risultarono avere un effetto di disapprovazione tra i presenti, come se fosse stata pronunciata un’eresia.
Anche il Generale infatti si voltò immediatamente verso il capitano fissandolo con sguardo straniato e allo stesso tempo sconvolto.
“Signore, credo che i rapporti giunti dagli esploratori del principe possano essere stati contraffatti. E’ l’unica spiegazione possibile” aggiunse il capitano.
“Continua!” disse incalzandolo il generale.
“C’è la possibilità che dei traditori si siano insinuati a corte signore e stiano macchinando qualche piano losco, credo che dovremmo prestare attenzione perché la faccenda puzza di imbroglio.” I mormorii da parte degli ufficiali nella tenda aumentarono una volta terminata la pesante accusa mossa da Herik, mentre il generale prese a scuotere la testa lentamente in segno di dissenso.
“No non è possibile, no può essere così!. Chi potrebbe volere la nostra disfatta, siamo solo mercenari assoldati dal Principe e non le sue truppe scelte. Contiamo meno di nulla in campo politico e se non fosse per la nostra quota di ingaggio non si prenderebbero nemmeno la briga di controllare il nostro operato” il Generale fece una pausa e poi riprese,
“Di per se il Principe stesso ha interesse nella riuscita dell’operazione e poi ho già svolto altri lavori per quel taccagno di un nobile, che dopotutto ha sempre pagato, quindi si deve trattare di un infiltrato dall’esterno o di un suo segreto oppositore… Tutto questo comunque ammettendo che si parli di complotto, ma ripeto non può essere così” concluse il Generale certo del fatto suo.
“D’altro canto signore…” interruppe l’ufficiale Reginald, comandante della quinta compagnia di cavalleria, “non vi è altra spiegazione possibile, questo tipo di operazioni a scopo punitivo sono sempre tenute segrete da parte del Principe, quindi deve per forza esserci stato a corte un fuga di notizie e queste cose sapete bene anche voi che non accadono per sbaglio” la teoria esposta da Reginald, fidato amico del Generale da anni, ebbe l’effetto di spiazzare Franz che ora pareva irritato dal fatto che i suoi uomini non la pensavano come lui.
Raccogliendo le forze, si alzo con autorità dalla sedia di legno lavorato fissò ad uno ad uno i suoi uomini dopo di che, come un giudice imperioso che emette la sua sentenza, disse:
“Signori…, in tutti gli anni di guerra che ho affrontato e combattuto per i miei ideali, sono stato sostenuto dagli uomini più affidabili ed esperti che abbia mai visto quali siete voi. Comprendo l’ingente pericolo che sto per affrontare e comprendo i vostri sentimenti riguardanti questa oscura situazione, ma vi incoraggio a ricordare che noi non siamo solo mercenari assoldati da un Principe, noi siamo prima di tutto la Brigata D’acciaio. Questo nome c’è lo siamo guadagnati perché nessuno e mai riuscito a fermarci fino ad ora e non sarà certo un mal organizzato complotto a farlo qui sul campo di Groningen!.
Non obbligo nessuno a restare ma abbiamo un lavoro da portare a termine, domattina l’assedio proseguirà in ogni caso anche se dovessi usare una sola catapulta, perché e così che lavora la Brigata D’acciaio. Siete con me??” disse terminando il suo discorso senza smettere di fissare i presenti.
Gli ufficiali non mostrarono esitazione, in riposta all’appello si misero sull’attenti e con voce ferma esclamarono:
“Si Signore!! Per la Brigata D’acciaio e per il nostro Generale!!!”.
Franz guardò un'ultima volta i suoi uomini soddisfatto, voltandosi uscì dalla tenda per andare a riposarsi, ma prima di farlo ordinò sommessamente di avvertire i soldati e preparare le macchine, l’attacco sarebbe scattato la notte stessa.

Continua…


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07/03/2006 19:50
 
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forte! parte cinque quando ci sarà? [SM=x329169]


Ubi desertum faciunt, pacem appellant
Email Scheda Utente
Registrato il: 12/01/2006

Patrizio
Mastro Cantore
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07/03/2006 22:29
 
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Re:

Scritto da: Floppy von Susa 07/03/2006 19.50
forte! parte cinque quando ci sarà? [SM=x329169]




quinta parte in cantiere..


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Patrizio
Mastro Cantore
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11/03/2006 21:41
 
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Assedio di Groningen PARTE 5

Toc toc!!! Qualcuno aveva appena bussato alla porta della guardiola. Fuller si trovava al suo interno da circa due ore ad esaminare carte e possibili strategie per resistere all’assedio il più a lungo possibile ma quel leggero rumore contribuì insieme alla stanchezza accumulata a fargli perdere la concentrazione, decise quindi che era meglio fare una pausa di qualche minuto così disse ad alta voce all’ospite di entrare.
Uno degli esploratori più fidati fece capolino all’interno della cella senza emettere quasi rumore. Il comandante, senza nemmeno voltarsi, chiese al soldato di fare rapporto.
“Che notizie dal corpo di guardia” disse Fuller con tono serio e calmo.
“Sembra ci sia movimento al campo signore, c’è poca luce stanotte ma i miei uomini ci vedono bene. Pochi minuti fa abbiamo notato movimenti dalla tenda principale come se fosse stata sciolta una seduta e poi rumori di macchine” il tono sicuro del soldato confermò a Fuller la natura dei suoi sospetti, di certo stanotte il nemico avrebbe messo in atto un attacco a sorpresa ma Groningen non si sarebbe fatta trovare impreparata. Tuttavia al comandante non quadravano alcuni fatti, nei suoi lunghi anni passati tra guerre e assedi non aveva mai incontrato un generale che utilizzasse una tattica d’assedio così strana come questo. Nel complesso ogni esercito assediante da lui incontrato era innanzitutto composto da molte più unità e prediligeva l’attacco rapido e continuo fino alla caduta delle difese cittadine. Come ogni buon generale sapeva, con l’aumentare dei giorni di assedio aumentavano anche una serie di problematiche non indifferenti quali mancanza di cibo, stanchezza degli uomini, l’insorgere di epidemie a causa della cattiva igiene del caso e come spesso era risaputo una città preparata e rifornita poteva resistere per molti giorni senza arrendersi. Il fatto risultava davvero strano agli occhi del comandante che ora si stava sforzando di ricordare dove aveva già visto questa tattica, dopo due giorni dalla comparsa del nemico, i due eserciti non avevano ancora cominciato a fare sul serio; poi Fuller si fermò sul posto come pietrificato, il soldato che aveva fatto rapporto poco prima lo fissò con aria interrogativa.
“Io conoscevo un uomo che…”disse il comandante ma la frase rimase sospesa a metà, Fuller parve ora ristabilirsi dal suo stato di paralisi si volse quindi verso il soldato alle sue spalle,
“Presto corri alla taverna Balena Spezzata e mandami una delle Maschere d’Ombra. Voglio un capo, quindi lega questo alla mano e tienilo in vista” disse porgendo un nastro nero pece al soldato che pur con riluttanza l’accettò ben sapendo la natura del suo prossimo incontro.
“Fa presto non c’è tempo da perdere devo ottenere più informazioni, vai ora!!!”
“Agli ordini signore” rispose il soldato che scomparve fuori dalla cella in pochi attimi.
Fuller uscì quindi dalla guardiola e si avviò con passo spedito alla guarnigione per avvisare i capitani, presto la situazione si sarebbe scaldata di nuovo.

“Generale siamo pronti!”.
“Bene! Probabilmente non si aspettano questa mossa, in ogni caso dobbiamo colpire ora mentre credono che siamo ancora in tregua, solo così possiamo sperare di assestare qualche colpo alle torri.”
“Forza soldati!! lanciate!!!” di nuovo il grido del Generale venne coperto dal suono cigolante delle catapulte che scagliarono nel medesimo istante.
Un pioggia di detriti infuocati si riversò in direzione della città semi addormentata che a differenza delle aspettative di Franz apparve reagire in modo repentino.
Infatti un rombo fragoroso proveniente dalle torri e dalle mura fece comprendere che l’esercito di Groningen non stava riposando ma era vigile e in attesa di una mossa degli invasori.
Franz maledisse silenziosamente la sventura, non potendo infatti utilizzare l’effetto sorpresa l’attacco avrebbe potuto rivelarsi molto presto inconcludente ma accantonando i cupi pensieri si preoccupò di concentrarsi sulla situazione.
La Brigata D’acciaio continuò così a scagliare proiettili per tutto il resto della notte provocando danni modesti alle mura ben fortificate e probabilmente mandando all’altro mondo qualche miliziano. Da parte loro i soldati di Groningen riuscirono a mettere a segno un paio di colpi che distrussero un’altra catapulta e uccisero sei uomini.
Mancava circa un’ora all’alba, quando il Generale Franz diede ordine di fermare l’attacco. Con gli uomini stanchi ed il morale basso decise che avrebbe ripreso l’assedio nel pomeriggio, fece così indietreggiare le macchine e si apprestò a ritirarsi nella tenda principale.

Fuller stette a fissare l’esercito nemico che si ritirava e riapriva una tregua temporanea, rendendosi conto che per un po’ non ci sarebbero stati colpi di scena scese dalle mura e si avviò per tornare in guardiola a riposarsi, compiaciuto dell’ottimo lavoro svolto dai suoi soldati.
Discese in fretta le strette scalette di pietra e poco dopo varcò la soglia della guardiola serrando la porta dietro di sé col chiavistello di ferro battuto. Trasse un profondo respiro ma immediatamente si immobilizzò avendo avvertito qualcosa di strano nell’aria.
Estrasse lentamente la corta daga riposta nel fodero e si appiattì contro la parete ascoltando in silenzio.
Passarono alcuni istanti nei quali analizzò con attenzione la stanza semi buia spaziando l’area con lo sguardo, infine convincendosi di essere solo, si diede dello sciocco e attribuì tutto alla stanchezza derivante dalla situazione stressante. Ripose la daga sul tavolino posto accanto alla porta e si avvicinò al morbido letto che lo avrebbe accolto fra le sue coperte come un vecchio amico.
Appena ebbe rimosso la cotta di maglia che indossava regolarmente tutti i giorni, qualcuno lo afferrò alle spalle bloccandogli la testa e puntandogli un pugnale affilato alla gola.
“Fermo e non muoverti” disse una voce cupa e sommessa. “Non tentare di fare l’eroe il pugnale è avvelenato”.
Fuller non diede cenno di agitazione anche se la tensione lo stava logorando “Chi sei e cosa vuoi” chiese con voce ferma,
“se sei un sicario non otterrai nulla eliminando me, ho addestrato i miei soldati a combattere da soli e possono fermare questo assedio anche senza di me” concluse.
“ahahahahah, vedo che le tue qualità corrispondono alle voci che si sentono, non mi piace avere a che fare con mezze cartucce soprattutto quando vengo chiamato d’urgenza”.
Il losco figuro liberò così la presa e si ritrasse nell’ombra della stanza. Fuller si voltò molto lentamente e cercò con lo sguardo l’uomo che l’aveva aggredito notando solo un’ombra offuscata o meglio….. una Maschera d’Ombra.
“Posso sapere con chi sto parlando” disse Fuller
“Puoi chiamarmi l’Oscuro, ma non saprai altro. E ora parliamo d’affari”.
Il comandante si sedette sul letto ancora spiazzato dall’incontro col la Maschera d’Ombra, poi riprendendosi cominciò ad esporre i fatti.

Continua...


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Consigliere
Fornitore del Principe
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11/03/2006 22:07
 
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complimenti rurik
ho letto i vostri racconti: sono mitici.
Spero di soddisfarvi con il mio ma rurik, lasciatelo dire, se un maestro dei mastri cantori


"Il momento più critico giunge sempre con la vittoria" Napoleone Bonaparte.
"Non ho altro da offrirvi che sangue,fatica,lacrime e sudore..." Winston Churchill.
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Patrizio
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19/03/2006 22:09
 
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Assedio di Groningen PARTE 6

L’incontro tra l’Oscuro e il comandante durò pochi minuti. Appena Fuller ebbe esposto i fatti, l’Oscuro emise una leggera risata sarcastica indicante la semplicità dell’incarico.
“Così se ho capito bene dovrei infiltrarmi nel campo degli assedianti per recuperare informazioni…??” disse l’Oscuro con tono di chi era abituato a questo genere di lavori, dopo di che fece una pausa lasciando trasparire che stava vagliando l’offerta.
“Bene!”, riprese l’Oscuro, “sappi che ti costerà cara tutta questa urgenza, fin a quanto sei disposto a pagare per questa operazione?”.
“Cinquantamila possono bastare?” azzardò Fuller non sicuro della proposta.
“Ahahahahaaha!!! Non starai scherzando spero!, ci vorrà almeno quattro volte la tua cifra o puoi scordarti l’affare. D’altronde hai chiesto tu il migliore”.
Fuller inghiottì senza farsi notare, preso in contro piede dalla pesante richiesta della Maschera. Sinceramente aveva sperato di impiegare meno liquidi ma sapeva che con questa gente non si doveva scherzare in fatto di denaro. Il problema sarebbe stato dirlo al sindaco Ubner in quanto sarebbe stato lui a pagare le Maschere ma ciò non lo preoccupò più del dovuto dato che le casse cittadine traboccavano di denari derivanti dai molteplici affari illegali che praticava.
“Allora che cosa decidi, non ho tempo da perdere” incalzò l’Oscuro.
“Va bene!, vada per duecentomila, ma bada a non farti scoprire o tutta l’operazione andrà in fumo”.
“Mi deludi Fuller, persino il mio più giovane apprendista sarebbe in grado di entrare ed uscire dal quel campo senza farsi notare ma dato che sei sotto pressione in questa brutta faccenda, lascerò perdere i tuoi dubbi. Stai allerta però presto tornerò con quello che hai chiesto”. L’Oscuro terminò in tono serio la frase e scomparve dalla stanza sfruttando le aree in ombra.
Fuller ebbe appena il tempo di vederlo uscire dalla stanza che si ritrovò solo con i suoi pensieri, era stata una giornata davvero pesante, finalmente ora poteva concedersi un po’ di riposo.

Il generale Franz si trovava ancora nella tenda approntata per tenere riunioni di guerra. Qualche ora prima aveva interrotto l’assedio per riorganizzare le forze e soccorrere i feriti ed ora stava discutendo con i suoi più fidati ufficiali sull’andamento della campagna, quando improvvisamente una delle guardie poste all’ingresso della tenda s’affacciò all’interno per avvisare dell’arrivo di due corrieri.
“Fateli entrare” disse il Generale.
“Signore porto una lettera del Principe!” disse il corriere assegnato alla posta.
Franz non poté fare a meno di notare il nastro blu che legava il foglio di carta, indice che contraddistingueva i messaggi urgenti. Dopo aver ringraziato e congedato il corriere ruppe il sigillo del Principe e lesse il messaggio riportato.
Appena terminò di leggere l’espressione di Franz divenne più dura, si volse verso gli ufficiali che ora lo stavano fissando in silenzio e sospirò innervosito.
“Il Principe vuole sapere perché la città non è ancora caduta. Ritiene che stiamo impiegando troppo tempo secondo gli standard della Brigata d’Acciaio…” Franz lasciò morire la frase e si alzò con uno scatto nervoso gettando a terra la lettera.
“Se quell’imbecille di un sangue blu sapesse che cosa abbiamo trovato qui a Groningen forse capirebbe il motivo del ritardo!!! O forse no non lo capirebbe lo stesso!! cosa ne possono sapere gli aristocratici della guerra!!! passano il loro tempo a mangiare e fare festini mentre altri fanno il lavoro sporco!!! Se potessi averlo fra le mani io…” gli ufficiali abbassarono lo sguardo quasi si sentissero colpevoli dell’andamento della campagna ma tornarono presto sull’attenti dato che Franz stava già ricordando loro l’ottimo lavoro svolto.
“Passatemi l’altra lettera arrivata e speriamo siano buone notizie!”.
Il Generale srotolò la seconda pergamena notando che non si trattava di una nota ufficiale ma di un rapporto degli esploratori, lesse velocemente quanto scritto e rimase sbigottito.
“Sembra proprio che il nostro Principe non abbia fiducia in noi!” disse con tono sarcastico. Gli ufficiali tornarono a fissarlo con aria interrogativa.
“Gli esploratori hanno avvistato un esercito numeroso appostato dieci chilometri a Nord-Est di Groningen, sembra che portino celate le insegne del Principe. Ahahaha!! così arrivano i rinforzi!!!. Meglio così. Se il Principe non crede nella nostra competenza lasceremo che sia lui ad intervenire visto che ormai si è scomodato”.
“Capitano!” disse rivolto a Herik.
“Si signore!”
“Preparate le macchine continueremo a punzecchiare la città fino all’arrivo del Principe, almeno saranno i suoi uomini a morire quando sfonderemo”.
“Agli ordini generale!”.
La Brigata d’Acciaio continuò il botta e risposta con l’esercito nemico fino a tarda sera. Ormai fra gli uomini di Franz si era sparsa la voce dell’arrivo del Principe, quindi decisero di non correre rischi inutili dato che presto il vantaggio numerico avrebbe decretato la caduta definitiva della città traditrice.
Nell’ultimo giorno di battaglia la Brigata era riuscita a colpire più volte una delle torri e aveva creato una piccola breccia nelle mura, tuttavia la situazione di equilibrio continuava a protrarsi.
Franz diede l’ordine di fermarsi alla catapulte quando ormai il sole era totalmente tramontato ed una pallida luna argentea stava cominciando la sua ascesa nel cielo notturno.
Avviandosi verso la solita tenda di riunione, come faceva al termine di ogni giorno d’assedio, notò che le guardie all’ingresso non erano presenti e questo lo insospettì non poco. Allungò il passo raggiungendola in fretta e vi entrò senza indugiare.
La vista che gli si presentò non destò in lui nessun senso d’allarme in quanto tutto risultava essere al suo posto.
Di lì a poco le due guardie incaricate di sorvegliare la tenda tornarono al loro posto. Franz uscì immediatamente e chiese spiegazioni.
“Signore ci avete mandato a dire che potevamo andare in pausa, allora noi…” la guardia che aveva parlato parve confusa dalla domanda tanto che si volse verso l’altra per chiedere conferma.
“Io non ho mandato nessuno qui” disse Franz.
“Ma allora chi ha mandato quel soldato!” rispose la guardia.
“Quale soldato??” disse Franz.
“Un soldato è arrivato un’ora fa con un messaggio firmato da voi, ha detto che vi avrebbe aspettato all’interno della tenda perché doveva darvi notizie urgenti”.
“E voi gli avete creduto!!!!” urlò il Generale
“Ma signore c’era la vostra firma ed il vostro sigillo sulla nota” disse la guardia ora intimorita.
Franz si frugò immediatamente nelle tasche scoprendo che il suo sigillo era sparito, imprecando furiosamente emise un grugnito e scomparve nella tenda.
“Maledizione!!!!”.

Continua...

[Modificato da Rurik Forgiaferro 19/03/2006 22.10]



"I fuochi segreti dei nostri cuori bruciano nel ricordo di dure perdite e di eroi uccisi ma, come la pietra da cui siamo venuti, resistiamo "
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Patrizio
Mastro Cantore
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11/04/2006 22:31
 
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Mi scuso ufficialmente per l'estremo ritardo nel proseguimento della storia, spero entro fine settimana di poter pubblicare la 7° parte gia in produzione.

Nel frattempo godetevi i racconti dell'aspirante cantore Franz Goldzerberg [SM=x329190]

A presto.


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Consigliere
Fornitore del Principe
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12/04/2006 13:02
 
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grazie per la pubblicità.....
...mi ha fatto molto piacere vedere che mi suggerisci ad altri...
vuol dire che almeno un pochino i miei racconti valgono qualcosa

Ricambierò,stanne certo [SM=g27811]
Intanto,
Facciamoci una [SM=x329190]


"Il momento più critico giunge sempre con la vittoria" Napoleone Bonaparte.
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Patrizio
Mastro Cantore
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13/04/2006 11:58
 
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non c'è di che.

Di una cosa sono sicuro che l'impegno va premiato dato che il tempo da dedicare è sempre poco. [SM=x329170]

[SM=x329190]


"I fuochi segreti dei nostri cuori bruciano nel ricordo di dure perdite e di eroi uccisi ma, come la pietra da cui siamo venuti, resistiamo "
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Patrizio
Mastro Cantore
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15/04/2006 23:18
 
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Assedio di Groningen PARTE 7

L’alba del 15 Ottobre 1307 sorse più pallida del solito. Groningen continuava a resistere agli attacchi del Generale che da quasi due giorni cingeva d’assedio la città.
Finora non si erano ancora verificati scontri diretti in quanto entrambi gli schieramenti miravano a sgretolarsi a vicenda risparmiando le forze il più a lungo possibile come se fossero in attesa di un evento inaspettato.
Fuller si svegliò che era quasi mezzogiorno disturbato dal bussare incessante di qualcuno alla porta della guardiola. Rendendosi conto dell’ora tarda si alzò in fretta dal letto ricomponendosi in pochi secondi e gridando all’insistente ospite di farsi avanti.
Immediatamente ricordò di aver chiuso la porta col chiavistello la sera prima ma rimase stupito quando un messaggero che portava un pacco fece capolino nella stanza.
Senza badare troppo al fatto strano prese il pacco congedando il messaggero e l’aprì.
All’interno come ebbe modo di constatare, erano riposte una serie di lettere e rapporti dei capitani nemici. Tutti i documenti erano firmati e indirizzati ad un solo uomo, il Generale della Brigata D’acciaio meglio conosciuto come Generale Franz.
Fu così che i suoi sospetti presero rapidamente solidità derivante dalla conferma ottenuta. Fuller infatti era convinto di aver già visto la tattica usata nell’assedio in questione e solo un uomo era in grado di attuarla al meglio come stava accadendo a Groningen.
I suoi pensieri si persero così nei tempi passati, ricordò le strenue battaglie combattute al fianco del fidato compagno Franz, di come gli salvò la vita in più di una occasione e di come se la scamparono in situazioni disperate.
Il comandante non poté fare a meno di maledire la sorte che aveva condotto Franz a Groningen come suo nemico e quindi sperò fervidamente che qualcosa accadesse per cambiare la situazione.
Un piccolo foglio di pergamena cadde dal mazzo che teneva in pugno e questo ebbe il potere di destarlo dai ricordi, raccolse il messaggio che portava la firma dell’Oscuro e borbottò silenziosamente non potendo fare a meno di notare il conto da pagare.

“Generale cosa avete intenzione di fare??!!”
“spostatevi di qui!, lasciatemi passare voglio provare un’altra tattica”.
Franz era montato sul suo cavallo da guerra e stava preparandosi per andare a parlamentare dato che aveva impugnato la bandiera bianca.
I capitani raggiunsero in fretta il loro generale per dissuaderlo dall’idea ma Franz era deciso ad andare fino in fondo. A questo punto Herik si pose davanti al cavallo del Generale e parlò sommessamente,
“Perché lo fate Generale?, lo sapete anche voi che non vi risparmieranno. Avete visto cosa hanno fatto a Herman quei vigliacchi, credete che con voi saranno magnanimi?”
Franz si abbassò a livello del capitano e rispose: “Herik, un infiltrato questa notte ha sottratto documenti dalla tenda principale, sai cosa significa questo?…. che dobbiamo agire immediatamente scoprendo le nostre carte. Se intimiamo loro una resa minacciando di far intervenire l’esercito del principe appostato a Nord forse c’è la possibilità che cedano. Non possiamo far altro, ora conoscono i nostri piani, tutto può diventare molto più rischioso per la Brigata, devo andare”.
Herik fece un cenno con la testa e si fece da parte lasciando passare il Generale che si avviò verso la città nemica.

“Comandante!!! Comandante!!!” gridò la vedetta della torre.
Fuller salì in pochi istanti la scaletta di pietra che portava alla base della torre attirato dal richiamo.
“Che c’è? Avete visto qualcosa?”,
“Signore un uomo a cavallo si avvicina rapidamente alle mura, porta una bandiera bianca; dobbiamo avvisare il sindaco?” chiese la guardia.
“No!! Lasciate stare quel pidocchio, me ne occupo io. Non aprite il fuoco deve essere un messaggero”.
Fuller terminò la frase e raggiunse di corsa il cancello principale delle mura.
“Aprite presto!!” disse alle guardie poste nel corpo di guardia.
Il pesante cancello di ferro battuto cominciò a cigolare mentre le robuste catene lo sollevavano, lo sconosciuto a cavallo si fermò a pochi metri da esso attendendo che qualcuno si presentasse a colloquio. Quando Fuller sbucò fuori dal corpo di guardia, Franz avvertì un colpo al cuore paragonabile ad una pugnalata alle spalle.
Immediatamente riconobbe il comandante, i due erano stati grandi amici e compagni d’arme per anni ed ora la sorte li aveva fatti incontrare proprio qui.
Franz e Fuller si scrutarono per qualche secondo finché il generale prese la parola,
“Non avrei mai creduto di rivederti in una situazione simile Fuller, non nascondo che sono sorpreso”.
“Lo stesso vale per me Franz” rispose il comandante.
“Siamo uomini di guerra e mercenari, non dovremmo sorprenderci di queste cose. Mi spiace solo che oggi, qui a Groningen, siamo su due fronti opposti.” disse Franz con un leggero sorriso accentuato.
Passarono alcuni secondi mentre i due si studiavano dopo anni.
“Ricordo che una volta eri un uomo d’onore, invece ora noto che ti sei abbassato a saccheggiare città innocenti e ha spargere morte inutilmente, forse i tempi sono cambiati” rispose Fuller con ironia.
Franz parve alterarsi “Che diavolo stai dicendo?, io sono un uomo d’onore!, ed anche la mia Brigata. Che mi dici di te che guidi un esercito di traditori del Principe. Definiresti innocente una città che si è ribellata e non paga le tasse da mesi??”
“Di certo il sindaco Ubner non è un sant’uomo ma non infangherai ulteriormente il suo nome con false accuse”
“Ahh siiii! Chiedi al tuo sindaco di mostrarti i registri e le note di accredito emesse negli ultimi due anni e poi vedrai se non sono state falsificate. Comunque basta così, sono qui per porvi una proposta di resa. Se l’accetterete non verrà sparso altro sangue, altrimenti faremo intervenire le forze del Principe stanziate a Nord e con il loro numeroso esercito non avrete scampo.” concluse il Generale.
Fuller emise una nota di disprezzo nei confronti del suo interlocutore e riprese il dialogo con rinnovato sarcasmo, “Da quanto tempo ti fai anche aiutare durante gli assedi, ti sei forse arrugginito con gli anni? O la tua Brigata non è più come una volta?”
“Taci bifolco! Se non ci fossero state fughe di informazioni su questa operazione non avreste avuto neanche il tempo di preparavi con le brache alzate” rispose furente Franz.
“Fughe di informazioni!, Cerchi forse di confondermi?. Che tattica stai utilizzando?…, sono mesi che siamo a conoscenza dell’arrivo di forze nemiche e tu vuoi farmi credere che non ne sai niente?”.
“Cosa???…, voi eravate a conoscenza dell’operazione da mesi???” chiese Franz incredulo.
“Certo!, come credi abbiamo avuto il tempo di riarmare le torri ed organizzare l’esercito!” rispose Fuller.
Franz ebbe un attimo di esitazione capendo che qualcosa non quadrava, fin dal primo giorno di assedio si era accorto di certi eventi che non stavano andando come stabilito. Troppi fatti erano fuori luogo e la discussione con Fuller ne aveva dato conferma. Ripensando agli incontri avuti nella tenda con i suoi capitani ricordò la terribile accusa di tradimento mossa da Herik e non poté fare a meno di pensare che forse non aveva torto.
Il comandante scrutò il Generale posto di fronte con aria indagatoria e presto comprese il conflitto interiore dell’uomo, segno che non stava mentendo su ciò che aveva detto. La situazione era parsa sospetta anche a lui e tutto quanto puzzava di tremendo imbroglio.
Dopo alcuni minuti il Generale si distolse dai suoi pensieri e tornò a fissare Fuller, “Propongo una tregua ufficiale finché non chiarirò questa faccenda, non sarà aperto il fuoco fino a nuovo ordine!”
“D’accordo” disse annuendo il comandante che ora stava già pensando di scambiare due parole con una certa persona.
Il Generale fece voltare il suo cavallo e tornò al campo, Fuller rimase a guardarlo mentre scompariva dietro una collina.

Continua…

[Modificato da Rurik Forgiaferro 15/04/2006 23.28]



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16/04/2006 12:50
 
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complimenti nano, oltre a saper menar l'ascia sai anche scrivere... particolare per uno della tua razza! [SM=g27811]


"non puoi direzionare il vento, ma puoi spiegare le vele" Anonimo


Vice amministratore della Fortezza Asciaperpetua:


Moderatore del Forum sul Signore degli Anelli

Appassionato utente della Lega Anseatica:

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17/04/2006 22:56
 
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bello sto racconto
W i Nani [SM=x329167]


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Patrizio
Mastro Cantore
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18/04/2006 23:52
 
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Grazie mi fa piacere sapere che vi stia alietando.
La storia sta per giungere al termine ma state certi che non lo farà prima del colpo di scena finale.

PS speriamo che non rovini tutto [SM=x329168]


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23/04/2006 19:16
 
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IN ATTESA......
vai rurik, siamo qui tutti come degli [SM=x329178] assatanati [SM=x329178] in attesa della fine di questo bellissimo [SM=x329168] racconto e del preannunciato colpo di scena..... COMPLIMENTONI NANO!!!!!!! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]

[Modificato da =lore89= 23/04/2006 19.16]

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Patrizio
Mastro Cantore
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08/05/2006 22:36
 
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Assedio di Groningen PARTE 8

Ancora confuso dall’incontro appena avvenuto con il Generale, Fuller si incamminò per tornare in guardiola non potendo fare a meno di pensare alla mossa successiva.
Era ovvio che quel farabutto di Ubner stava nascondendo qualcosa, infatti questo spiegava perché aveva fatto uccidere il messaggero con bandiera bianca il primo giorno senza nemmeno lasciarlo parlare. Di certo sarebbe andato presto a fargli visita ma prima doveva occuparsi di un problema più urgente, l’esercito del Principe menzionato da Franz.
Mentre attraversava pensieroso il vicolo che lo avrebbe condotto in guardiola, qualcuno lo prese alle spalle trascinandolo in un angolo buio del vicolo e tappandogli la bocca.
“Silenzio e nessun rumore!” disse lo sconosciuto, “Voltati”.
Fuller si volse lentamente senza movimenti bruschi, escluse immediatamente la possibilità di estrarre la daga per difendersi in quanto se lo avessero voluto morto lo sarebbe già stato.
Focalizzando lo sguardo sull’individuo poté notare che aveva il viso coperto con tessuto nero, come il resto del corpo.
“Sono un emissario dell’Oscuro”, disse lo sconosciuto presentandosi. “Perdona i metodi bruschi ma questi incontri devono verificarsi in segretezza”.
“Che cosa vuoi da me?” chiese Fuller,
“Sono stato mandato per sapere se sei soddisfatto delle informazioni ricevute, sai il mio superiore desidera essere pagato al più presto”.
Fuller emise una nota di incertezza “si… emh sono state molto utili le informazioni ma ho bisogno ancora del vostro aiuto”.
“Bene!!..” disse l’emissario, “sai che questo ti verrà a costare molto vero??”
“Si lo so ma ho ancora una missione urgente per l’Oscuro”.
“Così sia, parlami degli estremi e riferirò al più presto al mio superiore”.
“Aspetta come faccio a fidarmi di te potresti essere un traditore!!” disse Fuller con aria sospetta.
“E’ forse una scusa per non pagare?, forse questo potrebbe convincerti meglio”, l’emissario estrasse una piccola balestra già carica e la puntò verso la gola del comandante.
“Aspetta non intendevo mettere in dubbio niente, e che…”,
“Non mi interessa cosa intendevi dire, ti conviene pagare al più presto e se hai ancora bisogno dei nostri servizi, parla ora ed in fretta, il mio capo non ama perdere tempo” concluse l’emissario in tono minaccioso.
“Ok va bene questa è la situazione…”.

Appena Fuller ebbe terminato l’incontro con l’emissario dell’Oscuro si avviò immediatamente verso il municipio.
Era sicuro che quattro parole scambiate con il sindaco avrebbero reso la situazione più chiara. Coloro che lo videro passare con passo svelto, gli rivolsero un cenno di saluto non ricambiato, finché il comandante raggiunse il municipio.
Le guardie poste all’ingresso si posero sull’attenti chiedendo il motivo della visita inaspettata ma Fuller, scuro in volto, rispose con tono minaccioso di mettersi da parte e lasciarlo passare. Non volendo incorrere nelle ire del loro comandante, le guardie si scostarono senza interferire.
Raggiunse in fretta l’ultimo piano del municipio percorrendo rampe di scale lussuose coperte di raffinati tappeti color porpora. Intravide in lontananza la porta che dava accesso allo studio di Ubner e senza degnare d’uno sguardo i presenti nel corridoio, prese una rincorsa e sfondò la porta dello studio ritrovandosi davanti uno sconcertato sindaco intento ad amoreggiare con due avvenenti intrattenitrici.
“Così c’è la spassiamo, vero Ubner??” disse Fuller con tono ironico e minaccioso.
Il sindaco colto alla sprovvista dall’intrusione inaspettata si spaventò ribaltandosi assieme alle due ragazze e alla sedia che lo reggeva.
“Che diavolo ci fai qui?!!, ti sembra il modo di entrare in uno studio privato??!!, sono occupato ora!!” rispose urlando istericamente.
“Fuori di qui!!” disse Fuller estraendo la daga e facendo cenno alle due donne di andarsene. Le sgualdrine raccolsero i loro vestiti e sgusciarono via in un batter d’occhio senza badare ai richiami inutili di Ubner che cercava di trovare qualcosa per coprirsi.
Fuller si avvicinò minacciosamente alla scrivania del sindaco senza togliere lo sguardo dal poveretto che implorava nudo per terra di non fargli del male.
“Cosa diavolo hai in mente di fare Ubner?, pensi che non abbia scoperto i tuoi loschi piani?, pensi che non sia venuto a conoscenza dei tuoi falsi conti e dei tuoi raggiri?” disse Fuller minaccioso.
“Di cosa diavolo stai parlando sei forse ubriaco?” urlò Ubner con voce stridula.
“Insisti a farti beffe di me, Ubner…!!, sto perdendo la pazienza!” il tono minaccioso e calmo di Fuller fecero impaurire ulteriormente il sindaco che cominciava a temere per la sua vita.
Ad un tratto arrivarono due guardie attratte dalle urla provenienti dallo studio, fecero il loro ingresso attraversando la porta sfondata e tennero le alabarde tese verso il comandante.
“Aiutatemi presto!, quest’uomo è pazzo, vuole uccidermi!!” grido il sindaco alle guardie.
“Fermi!!, non muovete un passo o lo sgozzerò come un maiale” intimò il comandante.
Le guardie si immobilizzarono all’istante conoscendo bene il temperamento pericoloso del comandante, mentre Fuller tornava a rivolgersi minaccioso al sindaco.
“Allora vuoi confessare!, o mi vuoi costringere a privarti di quel poco che ti ritrovi” terminata la frase avvicinò la daga ai genitali dell’uomo piagnucolante che preso da un attacco di panico cominciò a confessare.
“E’ vero!, è vero!, è tutta colpa mia. Sono stato io a provocare il Principe. Ho stracciato le sue richieste di pagamento per mesi e manipolato i registri. Ho risposto alle minacce di invasione con lettere di scherno e…” il sindaco spiattellò tutte le sue malefatte in pochi secondi senza rendersi conto che Fuller si era già alzato andandosi a posizionare accanto alle guardie ora allibite.
Quando terminò e si degnò di alzare lo sguardo, incontrò quello di disprezzo dei presenti e tornò a coprirsi da buon codardo.
“Ora capisco perché hai fatto uccidere l’ambasciatore al suo arrivo, portava un proclama di resa firmato dal Principe vero!!?” gridò Fuller.
“Alzati ora!!, smidollato di un codardo. Lo sapevo che non c’era da fidarsi di te” il sindaco si alzò ancora scosso mentre Fuller gli gettava una veste.
“Dato che sono un mercenario e vengo pagato per compiere ciò che mi è stato assegnato, andrò fino in fondo a questa faccenda. Ma lo farò a modo mio!”.
“Che vuoi dire?” chiese Ubner che ora si stava calmando.
“L’esercito che ci sta assediando non è composto da soldati del Principe ma da mercenari, in particolare dalla Brigata D’acciaio.
Ho combattuto personalmente al fianco del Generale che li guida, un uomo d’onore in confronto al quale tu non sei nulla” disse accentuando il disprezzo col risultato di umiliare ulteriormente il sindaco.
“Il fatto strano e sospetto è che un altro esercito, del quale persino Franz è all’oscuro, si è appostato a Nord di Groningen ed ha tutta l’aria di voler dar man forte all’assedio”.
“Siamo spacciati allora!!, che cosa faremo ora??!” disse Ubner disperato.
“Silenzio!!, non ho finito!”. Il sindaco si zittì ricomponendosi e riprese a prestare attenzione.
“A quanto pare, Franz non era nemmeno al corrente che noi di Groningen sapevamo del suo arrivo. Questo tipo di operazioni vengono sempre tenute segrete a corte, quindi deve esserci stata per forza una fuga di notizie a palazzo…”.
“Oppure… un traditore” concluse il sindaco sconcertato.
“Infatti!!, è proprio qui che volevo arrivare. Tutta questa faccenda sembra un grosso imbroglio e credo che persino tu sei stato raggirato in qualche modo”.
“Tu credi??” disse Ubner.
“Si!” rispose Fuller.
“Cosa intendi fare ora??”
“Usare la stessa tattica con la quale ho smascherato le tue malefatte.
Ho già contattato chi di dovere per recuperare informazioni che ci servono”.
“Di chi stai parlando?”
“Non preoccupartene ora, ci penserai quando riceverai il conto” terminò Fuller con un sogghigno.

Continua…

[Modificato da Rurik Forgiaferro 08/05/2006 22.43]



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