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ASSEDIO DI GRONINGEN

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2011 14:52
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Patrizio
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18/02/2006 23:36
 
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Assedio di Groningen PARTE 3

La prima salva di colpi lanciate dalle catapulte si schiantò a pochi metri dalle mura cittadine, i soldati di Groningen appostati su di esse ebbero appena il tempo di mettersi al riparo quando un’ondata di polvere ustionante li investì.
Il comandante Fuller, nominato di recente a capo delle forze cittadine dal sindaco Ubner, si riparò gli occhi per evitare il forte calore e la polvere che l’attacco aveva sollevato ma da buon soldato veterano, essendo sopravvissuto a molte campagne, non si mosse di un millimetro.
Fuller non era un uomo di molte parole, per anni aveva servito come mercenario nelle battaglie di frontiera, comandato l’esercito che nel 1298 aveva assediato Malmo e soprasseduto, alcuni dicevano, ad attacchi pirata avvenuti in città del Nord per conto di avidi mercanti ben paganti. Ubner sapeva bene tutto questo, ed infatti nei precedenti giorni aveva fatto esplicita richiesta di lui.
Con sguardo serio e tono pacato, Fuller diede ordine alle staffette di comunicare alle torri di rispondere al fuoco. In pochi secondi esse rimbombarono come in risposta al suo sommesso ordine e due enormi palle di cannone vennero scagliate direttamente verso l’esercito nemico.

“Generale Franz!!! Stanno rispondendo al fuoco!!!!” urlò uno dei soldati del principe.
“Presto spostate le catapulte a Sud!!! rispose il generale. “Non possiamo perdere le macchine o non entreremo mai in città!!!”
I soldati si misero subito al lavoro togliendo i blocchi alle ruote delle catapulte, dato il loro ingente peso e la leggera pendenza del terreno stesso, cominciarono lentamente a spostarsi ma una d’esse rimase incastrata a causa di un piccolo avvallamento del suolo così che il colpo preciso sparato dalla torre di guardia Est andò a schiantarsi proprio sul braccio del macchinario distruggendolo completamente.
Al generale sfuggi di bocca un imprecazione piuttosto colorita, ma senza farsi distrarre dall’accaduto ordinò repentinamente di spostare le catapulte fuori dalla portata dei cannoni e di cessare il fuoco. Dopo di che chiamò i tre ufficiali subalterni e scomparve nella tenda di consultazione allestita nelle retrovie.

Dalla città esordì uno spaventoso urlo di vittoria che rimbombò per tutta la valle circostante, mai i cittadini di Groningen avrebbero pensato di respingere un assedio tanto facilmente. Tra le vie alcuni beoni cominciarono a versare vino e birra per festeggiare ma sulle mura l’atmosfera era tutt’altro che euforica.
Un miliziano si avvicinò piuttosto timoroso al comandante Fuller che anche tuttora appariva serio e calcolatore, un muro di mattoni senza espressione e sentimento.
“Comandante…” il miliziano tentennò nel rivolgergli la parola, “comandante che facciamo ora?”.
Fuller non rivolse nemmeno lo sguardo al sottoposto ma accentuando la sua dura espressione ordinò di cessare il fuoco dalle torri e di restare in attesa.
Il sindaco Ubner notando la momentanea calma si accinse a raggiungere Fuller sulle mura il quale non si era ancora mosso dall’inizio dell’assedio.
“Complimenti davvero Fuller! un ottimo colpo! e soprattutto al momento giusto!” si complimento il sindaco.
“Cosa pensi stiano facendo ora quei codardi?” chiese Ubner; Fuller guardò il sindaco con i suoi occhi gelidi e pieni di disprezzo, “si stanno riunendo per decidere come agire. E’ tardi e fra poco farà buio”.
“ha ha ha!!!! come primo giorno non è andata poi male li abbiamo schiacciati quei patetici codardi ha ha ha” disse il sindaco con una risata quasi isterica.
Fuller tornò a guardare il sindaco che ora appariva come un pazzo esaltato, “Non li abbiamo schiacciati, li abbiamo pugnalati alle spalle uccidendo il loro messaggero….. Proprio come farebbero dei codardi” Fuller terminò la frase voltando le spalle a Ubner e scese dalle mura andando a raggiungere i suoi uomini. Il sindaco smise di ridere spiazzato da quell’affermazione bruciante, quindi continuò a fissare il comandante mentre scompariva nella guardiola.

continua...


"I fuochi segreti dei nostri cuori bruciano nel ricordo di dure perdite e di eroi uccisi ma, come la pietra da cui siamo venuti, resistiamo "
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