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Ordini religiosi e cavallereschi

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2006 08:48
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L’istituzione dell’Ordine

Su iniziativa di Ugo di Payns[1] tra il 1118 ed il 1120 fu istituito un altro Ordine Cavalleresco che fu ben accolto dal re di Gerusalemme Baldovino II, il quale li collocò presso la moschea di al-Aqsa, sulla spianata del Tempio di Salomone. Da qui il nuovo Ordine prenderà il nome di "Milizia dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone", successivamente abbreviato in Ordine del Tempio o Ordine dei Templari. Si tramanda che inizialmente era composto da un gruppo di nove cavalieri francesi, i quali fecero voto di povertà, castità e obbedienza e giurarono di proteggere la Terrasanta.

Guillaume de Tyr, vissuto nella seconda metà del XII secolo, scrisse che la funzione fondamentale dei Templari era quella di presidiare le strade percorse dai pellegrini, proteggendoli, se necessario, anche con l’uso delle armi sulle strade poco sicure che andavano dai porti di attracco a Gerusalemme e al Giordano. Per adempire a tale compito, sicuramente il nucleo iniziale di nove uomini dovette cresce arruolando nuove reclute. In realtà l'Ordine ben presto sarà costretto a partecipare ai combattimenti per difendere gli Stati Latini formatisi dopo il 1099 (Edessa, Antiochia, Tripoli ed il Regno di Gerusalemme).

Due Templari.

Quindi questi uomini che entravano a far parte dell’Ordine del Tempio pur avendo fatto voto di povertà, castità e obbedienza dopo poco si trovano a combattere e a uccidere il nemico infedele.

Il Cristianesimo, religione eminentemente pacifista, ad un certo punto si trovò ad dover affrontare il problema della guerra. Tutto ciò può essere compreso ricordando che Isidoro di Siria e prima Sant’Agostino definirono il concetto di “guerra” compatibile con il cristianesimo. In pratica è giusta una guerra decisa da una autorità legittima che abbia lo scopo di difendere da un aggressore, o di recuperare un bene di cui questo si sia appropriato. A questo punto la Crociata era una guerra giusta perché era giusto riprendersi Gerusalemme. A questo punto coloro che avessero condotto questa “guerra giusta” avrebbero costituito la milizia di Cristo.

Poiché la crociata aveva come scopo la presa di Gerusalemme e la difesa dei luoghi Santi, l’istituzione dell’Ordine dei Templari e degli altri Ordini religiosi-militari che avevano lo stesso scopo era cosa giusta.



Il concilio di Troyes

Non tutti erano convinti della legittimità di tali principi. Anche all’interno dell’Ordine qualcuno manifestava qualche perplessità.
Ed è forse per trovare una legittimazione alla sua iniziativa che Ugo di Payns si recò in occidente, così nel gennaio del 1129 (secondo alcuni nel 1128) al concilio convocato a Troyes nella Champagne, venne approvato l’Ordine Templare. Tra i Conciliari c’era Bernardo abate di Clairvaux (1090 -1153, canonizzato nel 1174), uno dei Padri del monachesimo cistercense e tra le più alte personalità spirituali dell’epoca, il quale su richiesta dei Templari redasse la Regola di questo nuovo Ordine (Liber de laude nove militiate). In tal modo il futuro San Bernardo divenne il patrono e protettore ufficiale dei Cavalieri Templari. Ai Templari venne conferito uno status internazionale come Ordine Sovrano e il loro quartier generale a Gerusalemme divenne la sede del governo dell’Ordine. La Chiesa riconobbe i Cavalieri come ordine religioso e Ugo di Payns divenne il primo Gran Maestro. In segno di particolare distinzione, i Cavalieri del Tempio vennero classificati come Monaci-Guerrieri col diritto di indossare i bianchi mantelli della purezza e con l'obbligo di farsi crescere la barba per distinguersi dalle confraternite minori.

Dopo il concilio di Troyes, Ugo di Payns provvide a realizzare in Occidente le basi per una rete di case templari utili a fornire ai confratelli presenti in Oriente tutto ciò che era loro necessario per portare a temine la loro missione.



Monaci-Guerrieri

Il primo Gran Maestro tornò a Gerusalemme con un centinaio di nuovi cavalieri che vanno ad infoltire le guarnigioni Templari.
Nell’ambito dei combattimenti per la difesa degli Stati Latini i cavalieri diventano i combattenti per eccellenza e i Templari si mettono in particolare evidenza divenendolo quasi a tempo pieno. La loro Regola contiene riferimenti precisi circa la disciplina da osservare in convento, sul campo di battaglia e durante gli spostamenti. Inoltre contiene, nella seconda parte, i Retraits o Capoversi, precise indicazioni sul regolamento militare.


L’Ordine del Tempio arriva, ben presto, a poter mobilitare in Oriente un corpo di cinquecento cavalieri. Tutti abili nel maneggiare la spada, la lancia e lo scudo, ben protetti da una cotta di maglia metallica, da un armatura e dall’elmo, i cavalieri degli Ordini presenti in Terrasanta hanno un grande rispetto da parte degli avversari mussulmani. Agli ordini di un Maresciallo, assistiti da valletti e palafrenieri, combattevano in uno squadrone chiamato “eccelle”. Pur restando il principale compito dei Templari quello di difendere pellegrini e quant’altro fosse da proteggere, spesso essi presero parte a vere e proprie operazioni di commando contro forze musulmane. I cavalieri del Tempio, insieme agli altri Ordini presenti in Terrasanta (Ospitalieri di San Giovanni[3] e Teutonici[4]) furono agli ordini di vari sovrani occidentali che si recarono li per combattere le varie crociate. Tra questi Riccardo Cuor di Leone. Spesso è stata evidenziata dai cronisti dell’epoca la disciplina e la coesione dei Templari e dei cavalieri degli altri Ordini. A tale proposito il vescovo di Acri, Giacomo de Vitry, affermò “è il dovere d’obbedienza che ha abituato i fratelli degli Ordini a rispettare la disciplina militare”. Un altro aspetto importante da rilevare è la solidarietà oltre che tra cavalieri anche tra cavalieri e fanti, elemento quest’ultimo non sempre rilevato in Occidente.





L’Ordine del Tempio cresce

L’Ordine del Tempio, come gli altri ordini presenti in Oriente, reperiva in Occidente le risorse materiali ed umane utili a sostenere le attività in Terrasanta. Al pari degli ordini monastici ricevettero sotto forma di elemosina e donazioni terre, chiese e rendite affluite da tutta l’Europa. A vantaggio dei Templari molto giocò la protezione di San Bernardo che si era impegnato nella lotta contro lo scisma di Anacleto, sostenendo il papa legittimo Innocenzo II al concilio di Pisa nel 1135. Di lì a poco Bernardo convinse il pontefice che era importante sostenere un Ordine come quello dei Templari ed in poco tempo le donazioni si moltiplicarono. Nel 1139, papa Innocenzo II, con la bolla Omne datum optimum esentò i Cavalieri da ogni obbligo verso qualsiasi autorità internazionale eccetto la sua. Così l'unico superiore dell'Ordine era il papa. Nel 1146, i Templari ottennero dal papa Eugenio III il permesso di fregiarsi della croce di sangue convenutale.



Il capitolo generale dei Templari tenutosi a Parigi 1147

In poco tempo l’Ordine si trovò ad avere insediamenti ovunque, divisi in Commende e a loro volta organizzate in Balìe e poi in Province: in Francia, nella Penisola Iberica, nei Paesi Bassi, nelle isole Britanniche, in Germania in Croazia fino all’Ungheria. In Italia ebbe la domus a Piacenza, a Milano, ad Alberga, a Treviso e a Roma. Nel Regno di Sicilia a Trani, a Bari, a Brindisi, a Barletta e anche in Capitanata ove nell’inventario dei beni sequestrati da Federico II nel 1229 all’Ordine risultarono ben 37 case.

Non sempre trattavasi di fortezze, spesso le domus dei Templari si trovavano in mezzo ad un insediamento di tipo feudale. Il commendatario dei Templari riscuoteva dai contadini canoni, pedaggi ed imposte. Buona parte di quanto veniva incamerato da questi possedimenti veniva inviato in Terrasanta. I Templari stanziali in Occidente si rivelarono abili amministratori, attenti a trarre dai beni gestiti il massimo dei profitti. Per l’abilità da loro dimostrata nell’amministrare il denaro e per i consistenti trasferimenti di fondi che effettuarono tra Oriente ed Occidente furono considerati da molti come dei veri banchieri. Spesso ai Templari furono affidati dei fondi perché le loro case erano sicure, e per questo si dava loro fiducia. Tutto ciò spiega il ruolo svolto in questo campo. In seguito alla perdita di Gerusalemme nel 1187 il loro quartier generale fu trasferito ad Acri, dove avevano una sede nei pressi del mare. Dal 1291 fino alla loro soppressione che avvenne nel 1312, si stabilirono a Cipro. Nella Regola oltre a numerose norme disciplinari era stabilito l’organigramma dell’Ordine. A capo dell’Ordine c’era un Gran Maestro che era coadiuvato da un Consiglio e da un certo numero di dignitari, tra cui il Siniscalco, che faceva le veci del Gran Maestro ed il Maresciallo che fungeva da Capo di Stato Maggiore e dal quale dipendeva la cavalleria. Dal XIII secolo fu istituita la figura dell’Ispettore che rappresentava il Gran Maestro in Occidente. Le commende erano gestite da un Commendatario e le province da un Maestro.

I Templari disponevano di diversi Sigilli; il Gran Maestro, secondo la Regola, disponeva della “bolla” che sul recto riproduceva la Cupola della Roccia[5] (il Templum Domini dei Latini) e sul verso due cavalieri. Quando fu istituita la figura dell’ispettore generale, il Gran Maestro tenne per sé come sigillo la Cupola della Roccia e l’Ispettore prese la parte con i due cavalieri. I Maestri delle province e i Commendatari disponevano di altri sigilli. L’Ispettore dell’Ordine viaggiava molto ed è per questo che il suo sigillo si diffuse in tutta Europa. Esso rappresentava due cavalieri sullo stesso cavallo. Sono state date diverse interpretazioni del simbolismo di tale immagine. Per alcuni rappresentava la povertà dell’Ordine; per altri, la solidarietà tra i suoi membri e comunque un segno di umiltà.


I rapporti con Federico II

Federico II, imperatore del Sacro Romano impero e re di Sicilia, non ebbe alcuna prevenzione nei confronti dei Templari e degli Ospitalieri, anche se tese sempre a favorire l’Ordine Teutonico. Tra il 1228 ed il 1229 i castelli e fortificazioni militari del regno di Sicilia erano stati posti sotto la sorveglianza di due “maestri e provveditori dei castelli imperiali” che erano un Templare ed un Ospitaliero. Ciò può aver dato origine alla leggenda relativa ad un impegno dei Templari nella costruzione di Castel del Monte. Ma la circostanza è decisamente improbabile perché i rapporti tra l’imperatore e gli Ordini non furono mai idilliaci, visto che i Templari non vennero mai meno, anche nei momenti più confusi, alla loro fedeltà nei confronti dell’autorità papale. Pertanto le relazioni tra Federico II e gli Ordini furono subordinate a questo dato costante ed il loro irregolare andamento va visto in relazione con le oscillanti relazioni tra Papato ed Impero. Sembra che già nel 1226 lo Svevo avesse confiscato i beni dei Templari e degli Ospitalieri. Quando Federico II si recò in Terrasanta da scomunicato per la crociata tra il 1227 ed il 1228, Templari ed Ospitalieri obbedendo al pontefice mantennero le distanze da lui.

Nel periodo che va dal 1229 al 1231 i templari subirono confische e persecuzioni; e anche dopo la riconciliazione tra papato ed impero, non ci furono le previste restituzioni dei beni agli Ordini. Anche se col tempo migliorarono i rapporti con gli Ospitalieri, rimasero tesi i rapporti con i Templari. Solo nel suo testamento Federico II dispose la restituzione dei beni confiscati dalla sua amministrazione all’Ordine del Tempio. Sicuramente dalle “Costituzioni Melfitane” del 1231 in poi i provveditori del sistema castellare del regno di Sicilia non furono più reclutati tra i membri degli ordini cavallereschi.

Da tutto ciò emerge che è estremamente improbabile che il castello ottagonale di Andria abbia visto in qualche modo impegnati i Templari nella sua costruzione.

Buoni rapporti si stabilirono nuovamente con Manfredi al punto che i Templari si rifiutarono di appoggiare il pontefice romano nella sua lotta contro il figlio di Federico II.

La fine dell’Ordine del Tempio

Alla fine del Duecento (1291), a seguito della perdita di quello che restava del Regno di Gerusalemme per mano degli eserciti musulmani, iniziò il declino degli Ordini militari di Terrasanta. Gli Ospitalieri si trasferirono a Rodi e i Templari a Cipro. In questo periodo in Europa molti iniziarono ad interrogarsi sulla effettiva validità delle Crociate e sui motivi della disfatta, accusando gli Ordini Militari di non aver saputo difendere la Terrasanta. Altri pensarono all’opportunità di fondere Ospitalieri e Templari, ma quest’ultimi si opposero.
A nulla servì il ricordo dell’estremo sacrificio dei Templari che, guidati dal Gran Maestro Guglielmo di Beaujeu, ad Acri nel 1291 difesero strenuamente l’estremo baluardo crociato in Oriente.
In questo clima che vedeva vacillare il potere dei Templari, alcuni sovrani europei avviarono ostilità nei confronti dell’autorità papale, mirando a stabilire la propria sovranità. Il conflitto interessò particolarmente il re di Francia Filippo IV il Bello e papa Bonifacio VIII.
Filippo il Bello, servendosi dell’abilità di un funzionario di corte, Guglielmo di Nogaret, preparò un atto d’accusa contro Bonifacio VIII, che nel 1303 culminò nell’offesa di Anagni, con il tentativo di arresto.

Durante il periodo del contrasto tra Bonifacio VIII e Filippo IV molte delle sedi dell’Ordine Templare di Francia si schierarono con il sovrano, ma non fu così dappertutto.

Giacomo de Molay, Gran Maestro dal 1293, si oppose ad un prestito di 400.000 fiorini d’oro che il Tesoriere del Tempio della capitale francese aveva concesso a re Filippo. Inoltre i Cavalieri del Tempio custodivano nei loro forzieri il tesoro del re di Francia.

Su queste premesse il re Filippo iniziò una campagna contro i Templari, prendendo come buone le confessioni di un avventuriero, tale Essquieu de Floyran, che comincio a diffondere notizie infamanti sui fratres.

Sarà Nogaret, basandosi sulle accuse che Essquieu de Floyran andava diffondendo contro l’Ordine, a preparare un vero e proprio dossier (1305).

Sull’Ordine del Tempio presero a circolare notizie altamente calunniose. In particolare i Templari furono accusati di convivenza con i Saraceni, di simpatie per questa o quella setta eretica, di intemperanze di vario genere, di peccati carnali e soprattutto di sodomia. Per la verità quella delle pratiche sessuali contro natura erano diffuse nei confronti di un pò tutti gli ordini religiosi, non è da escludere che alla base di queste accuse ci fossero degli episodi reali.

Inoltre, si asserì che i membri dell’Ordine venivano indotti a rinnegare il Cristo e a sputare sulla croce, in vario modo vilipesa nel corso delle cerimonie. I Templari avrebbero adorato, secondo queste accuse, idoli, gatti e teste. In particolare avrebbero adorato una testa talismano forse appartenuta ad un sultano e successivamente presa in custodia dai Templari che segretamente si sarebbero convertiti all’Islam. La testa veniva chiamata Baphomet[6].

In un primo momento papa Clemente V e gli altri sovrani europei non diedero importanza a queste voci, ma Filippo il Bello, che doveva del denaro a Tempio e che aveva intenzione di mettere la Chiesa di Francia sotto il suo controllo screditando chi era fedele al papa, colse l’occasione per attaccare i Templari. Di lì a poco il sovrano iniziò a perseguitare i fratres del Tempio.

Nell’estate del 1307 il papa, per valutare la possibilità di effettuare una nuova crociata sollecitata dal Carlo di Valois, fratello del re di Francia, convocò presso la sua residenza, il Gran Maestro degli Ospitalieri Folco di Villaret e Giacomo de Molay Gran Maestro dei Templari.

Quest’ultimo indignato per le calunnie diffuse sul suo Ordine chiese al pontefice di aprire un’inchiesta. Il sovrano francese, temendone l’insabbiamento, decise di imprigionare i Templari. Così nell’ottobre del 1307 ne furono arrestati a Parigi 138, tra cui anche Giacomo de Molay.

Pare che essi, sotto tortura, confessassero alcuni dei crimini imputatigli. Il pontefice per riprendere in mano la situazione ordinò l’arresto di tutti i Templari, molti sovrani ubbidirono.

Nell’agosto del 1308, con la bolla papale Facians misericordiam, si dette l’avvio ad un processo inquisitorio per eresia.

Solo in Francia, dove venne largamente usata la pratica della tortura, e nei Paesi che erano sotto la sua influenza molti dei Templari arrestati confessarono. Ciò non avvenne in altri Paesi. Nel 1310 un buon numero di Templari ritrattarono le proprie confessioni difendendo l’Ordine, ma Filippo il Bello reagì violentemente ed il 10 maggio dello stesso anno ne fece ardere vivi 54.

Non in tutta l’Europa andò così; in qualche Paese furono semplicemente imprigionati, in altri i fratres posero resistenza ed in altri ancora non ebbero alcuna noia come in Germania ed in alcuni stati Spagnoli.

Il 16 ottobre del 1311 fu indetto, a Vienna, un concilio ecumenico per decidere la sorte dell’Ordine. Non essendo i capi d’accusa molto convincenti buona parte dei Padri conciliari non se la sentì di condannarli. Ma il cagionevole Clemente V, sotto la pressione di Filippo IV, il 22 marzo del 1312, con la bolla Vox in excelsio decretò la soppressione dell’Ordine. I suoi beni furono sequestrati e trasferiti agli Ospitalieri.

A Parigi erano ancora imprigionati gli alti dignitari dell’Ordine. Tra essi, Giacomo de Molay, il quale si rimise alla giudizio del papa. Nel 1314 il pontefice notificò, per mezzo di tre cardinali, a de Molay una sentenza di carcere a vita. Il Gran Maestro sentendosi tradito, in un impeto di orgoglio, ritrattò tutto quanto aveva ammesso in precedenza e difese l’Ordine da ogni accusa. Anche il precettore di Normandia Geoffoy de Charnaey fece stesso. Così la sera dello stesso giorno, il 18 marzo del 1314, de Molay e de Charnaey finirono sul rogo.


Non è da escludere che nell’Ordine del Tempio possano esserci state infiltrazioni ereticali, come ce ne erano in altri Ordini religiosi, ma bisogna ricordare che gli interrogatori furono condotti in condizioni d’intimidazione e spesso sotto tortura.

Dopo la soppressione dell’Ordine del Tempio i loro beni, in gran parte, furono incamerati dagli Ospitalieri. I Templari superstiti per la maggior parte si riconciliarono con la Chiesa, e in parte si unirono agli Ospitalieri. Altri passarono alla vita laicale. Nel regno di Aragona si stabilì che i beni del Tempio passassero al nuovo Ordine Montesa, in Portogallo al nuovo Ordine del Cristo e nell’uno e nell’altro Ordine confluirono ex Templari: gli unici a poter essere storicamente considerati eredi dell’Ordine del Tempio. Tutte le altre voci non sono che leggende.

Mi piace terminare citando quanto Alain Demurger, docente di storia medievale presso l’Università di Parigi I, scrisse iniziando un suo saggio dedicato ai Templari: “L’Ordine del Tempio non è né una società segreta, né una setta esoterica; è, se così posso dire, un oggetto storico ben identificato, se non proprio ben conosciuto.”








I Gran Maestri dalla Fondazione dell’Ordine

Ugo di Payns 1119 1136
Roberto di Craon 1136 1149
Everardo des Barres 1149 1152
Bernardo di Trémelay 1152 1153
Andrea di Montbard 1153 1156
Bertrando di Blanquefort 1156 1169
Filippo di Nablus 1169 1171
Oddone di Saint-Amand 1171 1179
Arnaldo di Toroga 1180 1184
Gerardo di Ridfort 1185 1189
Roberto di Sablé 1191 1193
Gilberto Erail 1194 1200
Filippo di Le Plezzies 1201 1209
Guglielmo di Chartres 1210 1219
Pietro di Montaigu 1219 1232
Armando di Périgord 1232 1244
Guglielmo di Sonnac 1245 1250
Rinaldo di Vichiers 1250 1256
Tommaso Berard 1256 1273
Guglielmo di Beaujeau 1273 1291
Tibaldo Gaudin 1291 1293
Giacomo di Molay 1292 1314



Ugo di Payns, il primo Gran Maestro dei Templari: era cugino e vassallo del conte di Champagne. Il suo comandante in seconda era il cavaliere fiammingo Goffredo Saint Omer e un altro dei primi Templari fu Andrea de Montbard, parente del conte di Borgogna.

Il concilio di Troyes - Guillaume de Tyr: cronista del XII secolo, scrisse che l’Ordine del Tempio ricevette la sua Regola, nove anni dopo la sua fondazione, nel corso del concilio di Troyes. Questo avrebbe avuto inizio il 13 gennaio del 1128, quindi la fondazione dell’Ordine risalirebbe al 1119. Nel 1988 lo storico Rudolf Heistand, in un suo articolo propose



Sei un apostolo. Sei un britanno. Sei un ingegnere, Sei un marine.

DEVI MORIRE.


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