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Storia di Julius Beringer, onestissimo mercante

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2010 19:09
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26/08/2007 10:07
 
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Capitolo 7°: Battuta di CacciaCapitolo 7°: Battuta di Caccia

Nel pomeriggio il governatore mi accolse nel suo palazzo nella campagna, nelle vicinanze di Tallinn, che lui usa per passare i giorni liberi e per le sue battute di caccia.
Quel pomeriggio ebbi l’onore di partecipare ad una.
Partimmo a cavallo di due splendidi purosangue dalla criniera dorata ed il pelo marroncino scuro lustro.
Io conoscevo bene quelle zone, essendo originario di Tallinn, infatti lo accompagnai in un laghetto ove spesso si recavano per bere molti animali. Quindi noi scendemmo dai cavalli e ci acquattammo in un cespuglietto, il laghetto era pieno di splendidi animali essendo in due decidemmo di sparare un colpo allo stesso animale in modo che se non lo uccidesse la prima pallottola la seconda lo stroncherebbe. In quel momento passo uno splendido esemplare maschio di cervo nobile, una specie molto rara dalle nostre parti, più consoni a semplici daini, caprioli, fagiani, leprotti e cinghiali, oltre a molti volatili di passaggio.
Infatti i cervi nobili abitavano soprattutto le province dell’Ovest, nelle zone tra Stoccolma, Oslo e Malmoe.
L’esemplare aveva delle corna lucide e del colore dell’avorio, ramificate come solo pochi grandi alberi sanno fare, come gli eucalipti.
Il suo pelo aveva un incantevole color marrone scuro che diventava dorato alla vista del sole.
Chinò la testa per bere, e dal cespuglio il mio fucile fece partire una pallottola che si conficcò dritta nell’lobo occipitale, il che lo faceva cadere subito a terra, intanto gli altri animali scapparono, ma l’esemplare che pesava ben 7 quintali, ci causò una fatica a trasportarlo nella carrozza per il trasporto delle prede catturate, che il nostro aiutante dovette aiutarci con un carretto portato per l’occasione dentro la carrozza.
L’odore del sangue disperso fece però arrivare un grande orso bruno, dai denti aguzzi, il pelo marrone scurissimo, ed altre qualità per lui, difetti per noi, quindi il Governatore inizio a sparargli, ma lo spavento gli fece sbagliare la mira, non starei scrivendo se io non avrei sparato una pallottola mirando al polmone destro dell’animale il quale infatti cadde a terra, e che trasportammo dividendolo in varie parti con il mio stocco.
Cambiammo postazione, e trovammo alcune meravigliose pernici bianche che sguazzavano nel lago era una decina, i fucili contengono 3 pallottole ciascuno, quindi io iniziai a mirare bene, e con tre colpi ben assestati le uccisero tutti e tre, iniziato il primo sparo anche il Governatore mi seguì e catturammo ben 6 pernici, che il carro accolse ben volentieri.
Per finire andammo sul fiume, dove prendemmo un gigantesco luccio di un metro, 2 trote, qualche salmone e delle ranocchie.
Arrivammo a casa del Governatore trascorsi una bella serata con lui ed i suoi con familiari,
alla fine mi diede la testa del cervo da esporre in ufficio.


Il mondo è una discarica di persone inutili, se devi cercare qualcosa cercalo in te stesso, le altre persone esistono solo per crearti problemi.... RICORDA, TU SEI UNICO, TU SEI IL MIGLIORE

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27/08/2007 11:13
 
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bellissima!!!
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27/08/2007 17:38
 
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Capitolo 8°: Il mio Primo Incarico

Il mattino dopo il Governatore mi fece affidare una caravella [SM=x329198], la Dea della Guerra, armata di 12 cannoni, 35 marinai [SM=x329201] , 2 cannoni di ricambio, 100 pugnali, 100 moschetti.
L’obiettivo era di assediare la cittadina di Bruges, poiché alcuni sabotatori derubavano i magazzini di Lubeck del grano [SM=x329192] e della birra [SM=x329190] necessari per la vita, nella Lega Anseatica.
Quindi il mio obiettivo era, di assaltare e saccheggiare le casse cittadine di Bruges, i di prendere tutte le scorte di birra e di grano, il giorno scelto fu il 12 giugno 1351, data non scelta a caso ma per il ritorno di un convoglio dal Sud carico di cereali e birra. 5 galeoni pieni zeppi di cereali, e altri 5 di birra, il governatore essendo molto astuto mando con me 20 caravelle per trasportare il tutto.
La scelta delle caravelle fu semplice: caricano molto meno dei galeoni, ottime navi da commercio, ma sono più veloci.
Quindi se i pirati [SM=x329215] ci avrebbero assaltato, difficilmente avrebbero catturato le merci presenti per maggior sicurezza le navi le fece bloccare poi a Londra poiché era il porto più vicino e sicuro, per cui aveva inviato 5 galeoni carichi carichi di cannoni, uomini, che in tutto erano 550, 1000 pugnali e altrettanti moschetti.

Ringrazio Monese [SM=x329184] perchè ho adottato il metodo faccina


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FORZA FENOMENO NON MOLLARE
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27/08/2007 19:31
 
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devi pagarmi i diritti d'autore!!! voglio 25euro per faccina!!

ps. perchè non commenti il capitolo che ho scritto io??
[Modificato da Monese 27/08/2007 19:31]
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28/08/2007 08:32
 
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perchè è bello ma mi osno dimenticato.


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28/08/2007 09:55
 
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tranquillo,continua pure
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07/11/2007 18:38
 
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[SM=g27823] Capitolo 9°: La Partenza


15 Giugno 1950 Tallinn

Il giorno della partenza mi recai all’alba, di buon umore , alla mia caravella [SM=x329198] .
L’equipaggio mi aspettava sul ponte ordinatamente in fila. I mozzi che lavavano il ponte interruppero l’attività al mio arrivo. Io mi recai sulla coffa e parlai ai miei uomini:
“Cari, amici, avventurieri del mare [SM=x329227] ; oggi sarà una grande giornata. Partiremo alla volta di Bruges per punire i malfattori. Alle 9:00 il Sindaco e il Governatore avranno l’onore di levare gli ormeggi. Vi avviso che sarà una traversata dura: ieri è arrivato un corriere veloce da Colonia e il signor Sindaco mi ha avvisato di una tempesta [SM=x329227] segnalata a Sud-Ovest che si muove rapidamente.
Ora, chi non se la sente vada ma sappi di essere stato anche lui coraggioso perché ha ammesso la propria paura. Chi invece resta scateni un urlo di battaglia!”
Dal ponte si senti un fragore “ALL’ATTACCO!!! [SM=x329216]
Scesi dalla coffa e mi recai in coperta. Al mio servo ordinai: “ Chiamami il Tenente Simon Östrekom”
Il tenente Simon arrivò subito.
Tirai fuori una mappa presa in capitaneria, e mostrai al tenente la rotta a cui propose una modifica di cui parlai al Governatore: fermarci nell’ansa prima di Bruges due notti e mandare dei marinai in esplorazione della città. Ovviamente fu approvata.
Verso le 7:00 la mia goletta [SM=x329198] , attraccata a fianco della caravella, salpò.
Io mi raccomandai con il Capitano Alexander Cekiloski di usare bene il patrimonio a sua disposizione e di non comprare merci superflue e soprattutto di essere onesto.
Verso le 8:30 inizio a radunarsi la folla [SM=x329197] . Alle 9:00 ebbe inizio la cerimonia con la benedizione del convoglio da parte del Cardinale, giunto da Lübeck, poi Sindaco e Governatore fecero il proprio discorso…. Fatto sta che, finalmente, alle 10:30 fui chiamato sulla coffa e parlai di nuovo ai miei uomini. Il Governatore mi diede una medaglia d’oro, e mi fece fare il giuramento:
“ Io, Julius Beringer, Ammiraglio di Flotta del Governatore, cittadino dell’Illustre e Onnipotente Lega Anseatica, Dominatrice del Nord, prometto di essere onesto e non scappare appena ottenuto il bottino. Prometto di proteggere i miei uomini fino alla mia ultima goccia di sangue [SM=x329216] . Prometto di obbedire al mio Governatore nonché ai miei superiori. Prometto di rischiare la mia vita per salvare il mio prossimo, chiunque esso sia. Giuro inoltre di mantenere la fede e la speranza nei confronti dell’altissimo, onnipotente Signore fattosi carne sotto Gesù Cristo. Prometto di onorare i morti sul campo di battaglia, se ce ne saranno, affinché possano raggiungere il Paradiso con i loro fratelli mancati prima e di vivere la Vita Eterna liberi dal peccato.”
Insomma alle 11:00 caricammo le merci e il cambusiere mi fece controllare la lista;
la lista diceva così:

50 Barili di Grano [SM=x329192]
100 Barili di Acqua Potabile
5 Barili di Birra [SM=x329190]
2 Barili di Vino
10 Barili di Ortaggi e Frutta
1 Barile di Miele
0,5 Kg di Spezie

“Perfetto!” esclamai.
Dalla coffa, orgoglioso come un cervo dalle splendide corna ramificate, urlai: “Mollate gli ormeggi!”
La nave inizio a muoversi. Soffiava la Tramontana che ci permetteva di scorrere rapidamente lungo il Baltico fino ad arrivare vicino a Gdansk.
“Sciogliete le vede di Maestra e di Trinchetto”
Tenevo il timone tra le mani e mi libravo libero nel mare come un’aquila tra delle impervie cime.


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26/11/2007 20:44
 
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Capitolo 10°: la Tempesta

18 Giugno 1350, in mezzo al mare probabilmente vicino a Lubeck

Scrivevo sul diario di bordo, quando udii urla di terrore. Allora uscii e trovai il tenente alle prese con il timone.
Lo raggiunsi e mi fece posto. Io allora iniziai a tenere il timone.
La tempesta era appena accennata con un vento molto forte che ci faceva procedere a 10 nodi.
La si vedeva, non molto lontana, a circa a 30 miglia, che formava gorghi.
Ordinai agli uomini di fare attenzione e nel caso dessi l’allarme, di buttarsi tutti sulle scialuppe di salvataggio 10 su ognuna.
Entrammo nella tempesta e mi imbattei in degli scogli: con un gioco di timone riuscii a evitarli, e quindi a non danneggiare lo scafo della nave. Questi scogli erano molto alti e rocciosi: capii allora la posizione. Ci trovavamo alla sinistra di Malmoe, sopra Lubeck.
Quindi procedemmo verso il centro della tempesta.
Le onde si facevano sempre più incessanti e fragorose.
L’equipaggio guardava ai lati della nave, per evitare degli scogli che avrebbero provocato l’affondamento della nave. Onde irte di spuma, sballottavano la nave come un semplice fuscello di paglia. Ordinai ad alcuni marinai di sfruttare tutte le vele compreso il trinchetto, che finora avevamo lasciato ammainata all’alto. Ecco il gorgo: i marinai urlavano, correvano alle scialuppe, sperando di non essere ingoiata dal mostro marino.
Certo, loro credevano. Ma io, con sprezzo del pericolo e della paura, rimasi lì. Sul cassero di poppa, col timone tra le mania schivare il gorgo. Mandai tutta a babordo e coll’ostro che soffiava le vele, gonfie, come i petti dei cittadini quando sentono il proprio inno, orgogliose.
La nave correva sull’onda alta, con la spuma da lei provocata che lavava i visi dei marinai stupiti dal coraggio del loro capitano, mentre i fulmini squarciavano il cielo e i tuoni rimbombavano nella notte. Il vento aumentava, da Sud, e spingeva la nave nella tempesta, speravo al di fuori. La pioggia cadeva incessantemente, la mia blusa, mi proteggeva dal freddo che era veramente micidiale in quel momento. La caravella a un certo punto sbucò in un punto calmo. Il mare non era più in tempesta. I tuoni, solo in lontananza. La caravella ora procedeva veloce nel mare blu, seguendo la Stella Polare, mentre la luna illuminava il nostro cammino.


Cambio: no smile e date e luoghi


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30/11/2007 19:03
 
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Capitolo 11°: Nomine per l’incursione

Ansa prima di Bruges, 24 Giugno 1350

Quella notte scegliemmo i marinai per l’incursione, per avere notizie sulla città.
Io e Simon, il mio fido tenente, decidemmo i marinai che sarebbero venuti.
Alle 4:00, verso l’alba salì sul cassero di poppa e dissi i nomi di chi sarebbe venuto:
“ Come, sapete cari amici, oggi partiremo per l’incursione a Bruges. Abbiamo deciso chi verrà.
Verrà:
Julius Beringer, Capitano della Dea della Guerra.
Simon Östrekom, Tenente della Dea della Guerra.
Franz Marden, Marinaio scelto della Dea della Guerra.
Sam Marseil, Marinaio semplice della Dea della Guerra.
Otto Dansand, Nocchiere della Dea della Guerra.”
Il Tenente mi sostituì:
“Saremo accompagnati fino a Bruges da un pescatore del luogo. Ognuno sarà armato di un pugnale e una spada a scelta tra: spada semplice, stocco, sciabola. Saremo coperti da vestiti di qui. Ognuno avrà anche un pistola nascosta all’interno della propria giacca. L’operazione avrà inizio alle ore 9:00, quando arriveremo a Bruges e finirà alle ore 22:00 ora in cui ritorneremo alla nave. Domande?”
Sam Marseil chiese: “ Quali sono gli obiettivi dell’incursione, signor Östrekom?”
Io intervenni: “ Dovremo controllare il numero di torri del porto, di soldati, di soldi e se i galeoni ci sono”.

































Capitolo 12°: Bruges

Bruges, 24 Giugno 1350

Eravamo nella campagna circostante Bruges. Io, Simon, Franz, Sam e Otto.
Avevamo l’aspetto di comuni cittadini benestanti, cinque amici in giro. Entrammo a Bruges, e passammo sotto il grande arco di pietra che segnava il confine tra campagna e città, come il resto delle mura. Le case che ci circondavano nel largo e lungo viale che conduceva al centro della città erano in mattoni, legno e pietra. Quelle in mattoni, alte con balconi sporgenti, grandi vetrate colorate, e l’esterno di un rossiccio terra, il color mattone. Quelle di pietra, invece, erano di un color fulvo chiaro. Al secondo piano avevano uno scalino verso l’esterno. I vetri erano normali. Quelle di legno erano marroncino sabbia, con assi di legno che abbellivano l’insieme. Erano un insieme di piccoli appartamenti, con poche finestre. Il grande viale era uno tra i più trafficati. Passavano carri e persone a destra e a manca. Camminavamo calmi sul viale quando passarono delle guardie, vestite di blu, con elmi in ferro. Io velocemente mi appuntai questi importanti particolari su un’agendina. Il grande viale si perdeva a dismisura. Dopo molti passi davanti a noi si ergeste la cattedrale. Imponente, affascinante, si ispirava ai Duomi dell’Italia. Il campanile era altissimo, con la sommità in oro, che abbagliava gli occhi di chi la guardava incantato. Il grande campanile suonava i dodici rintocchi. Era ora di pranzo.
Camminando su una lunga penisola che si estendeva sul mare arrivammo alla taverna.
Entrando il padrone, un’anfora piena di vino, ci portò al tavolo e ci fece sedere.
Ordinammo. Io presi un cosciotto d’agnello in salsa piccante con del vino della zona, Simon una decina di triglie con un boccale di birra, Sam e Franz presero uno stinco di maiale con dei tuberi e un barilotto di birra infine Otto mangiò una costata di vitello con del vino.
Il tutto fu squisito. Non era molto salato, tutto tranne il conto. Spesi, e sottolineo spesi, la bellezza di 100 marchi.
Fortunatamente i nostri obiettivi furono presto visibili. Trovammo delle torri, due per la precisione, anche molto distanti tra loro. Le torri erano occupate da un mortaio e due uomini.
Poi vennero i soldati. Fortunatamente in quel momento venne pronunciato un editto.
Il lettore diceva: “ Cari concittadini, oggi il Consiglio Cittadino ha deciso di approvare la mozione presentata dal Nostro beneamato Sindaco, il Signor Johnatan Welfare, di portare il numero di soldati a 42.” Poi arrivarono in quel momento cinque galeoni, dalla massa lenta e imponente che tagliava in due l’acqua. Era il convoglio in ritorno dal Sud Europa. Infine catturammo un corriere del Sindaco. Diceva che le Casse Cittadine traboccavano d’oro. 20 Milioni. Al momento dell’affermazione esclamai: “Corpo di mille Marchi!”.
Alle 20:00 il pescatore ci riportò alla nave. Raccontammo tutto e andammo tutti in coperta, per discutere.



















Capitolo 13°: L’Assalto

Porto di Bruges, 26 Giugno 1350

Era l’alba. La Dea della Guerra correva sull’onde all’assalto dei malfattori di Bruges. Mancavano poche miglia al molo d’attracco. Una vedetta del porto aveva dato l’allarme, dopo averci visti.
Io mi trovavo al timone. Urlai al cannoniere di caricare i cannoni. I marinai, velocemente presero le pesanti palle e misero dentro la canna. Ci avvicinammo alla prima torre. A un certo punto ordinai: “Fuoco!” gli 8 cannoni spararono l’attacco alla torre, che fu centrata in alto, scoperchiandosi. Dopo pochi istanti l’operazione si ripete ma questa volta ci furono gravi danni alla costituzione. Dopo un’altra cannonata la torre, in pietra resistente ma di costruzione debole, crollò. Purtroppo finirono le palle da cannone. Ordinai al nostromo di preparare moschetti, pugnali, pistole e stocchi. Attraccai la nave nel punto della torre crollata ogni marinai con il proprio armamento scese sulle scialuppe dirigendosi alla città. Durante l’andata arrivarono dei soldati. I marinai svelti spararono con i moschetti, contro i militari in modo da eliminarli quasi tutti. Poi scesi a terra assaltammo l’altra torre. Il mortai non ci noceva minimamente. I miei marinai fecero indebolire la torre indi i moschettieri le diedero il colpo finale facendola crollare. Dopo arrivarono i soldati: balestrieri, moschettieri, guardie e arcieri.
Ci scagliammo contro e inizio una fragorosa battaglia: i moschettieri si davan guerra con le unità da tiro dello schieramento a noi nemico, sparando colpi mortali e mirando spesso polmoni, cuore o testa. Io affrontai a duello il Capitano delle Guardie mentre il mio fedele Tenete uccideva il Capitano degli Arcieri.
Io, col mio stocco dalla salda impugnatura e la luccicante lama in ferro proveniente da Toledo, affrontavo un uomo valoroso quanto me, il Capitan Louis Baldazar. I colpi si facevan tremendi e, grazie a una sua svista, a un certo punto il mio stocco gli si conficcò dritto nel cuore. Il sangue dei morti, tutti nemici, scorreva a fiumi tra le case, mentre i cittadini guardavano angosciati dalle finestre. La battaglia dopo la morte del Capitano cessò presto. Io e i miei uomini ci dirigemmo al municipio. Entrammo e derubammo le casse, confiscando ben 20 550 650 Marchi. Dopo pochi attimi arrivarono le nostre venti caravelle che, dopo aver caricato 200 colli di grano e 2000 barili di birra. Si disposero in fila a due a due. La Dea della Guerra si mise a capo e le convogliò fino a Lubeck, dove ci attendevano il Governator Scandroglio, con sua Figlia la sfavillante Martina, il Sindaco Ludolph Schmidt di Tallinn, il Sindaco John Konig di Lubeck, il Cardinale Luca De Antoni di Milano. Correvamo sulla limpida acqua raggiungendo velocemente Lubeck.


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Capitolo 14°: Promozione

Lubeck, 1° di Luglio 1350

Arrivammo alle 18:00 al porto di Lubeck. Un signor porto. Grandi, anzi enormi, vascelli mercantili salpavano e attraccavano in questa città dalle strade lastricate d’oro. Il Governator Scandroglio era lì, al molo più grande e lungo di tutto il porto. La Dea della Guerra, si fermò e lanciò l’ancora che si piazzò sulle dorate sabbie del fondo marino. Accorrevano persone da ogni via, viottolo, stradicciola o vicolo. Quasi tutta la città mi aspettava. Barchette di pescatori, carri dei boscaioli arrivavamo e si raggruppavano attorno al molo.
Io scesi con al fianco il Tenente Simon. Indossavo il medaglione di Louis Baldazar sconfitto e ucciso in battaglia.
Scendendo dalla nave dalla folla partì un grandissimo applauso, complimenti…
Sbrigate le pratiche con il Governatore, di conquista, di saccheggio, di uccisione.
Dovevo essere promosso. A cosa?
La risposta mi venne durante il banchetto reale, a cui parteciparono tutti.
Motivo della visita del Cardinale: i funerali del Capitan Louis Baldazar. E’ stato leale in battaglia, e dispiace a tutti che per colpa del Sindaco di Bruges siano state uccise persone innocenti. Li abbiamo sterminati. Non si poteva fare altro però.
Torniamo a noi. Nel mezzo del banchetto, fui chiamato davanti al trono del Governator Scandroglio. La nomina. Fui nominato a Gran Ammiraglio della Flotta Reale. Mi aspettava la massima carica della Marina Reale Anseatica. Il tutto contribuiva anche 50 milioni di Marchi, la carica di Sindaco di Tallinn dopo la morte del Nostro Amato Ludolph Schmidt (basta che parta in fretta), e un Ufficio Commerciale in ogni Città Anseatica, le più importanti: Lubeck, Colonia, Stoccolma, Tallinn, Gdansk e Visby.
Inoltre mi venne regalato un preziosissimo Galeone da Guerra Reale, con cannoni in bronzo, un santabarbara che neanche il Gran Galeone da Guerra Ammiraglio che faceva da punta della Marina Reale Anseatica aveva, le vele di pregiatissima seta proveniente dalla Cina, tutto in stimatissimo cedro del Libano.
Nel banchetto non mancava nessuno tutti i Sindaci delle Città Anseatiche, il Governatore, i più intrepidi Capitani della Marina, i migliori Capitani delle Guarnigioni Cittadine, i più importanti vescovi e cardinali, i mercanti più ricchi. La crema della Lega, diciamo.
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Capitolo 15° : Ritorno alla normalità

Tallinn, 4 Luglio 1350

Tornato a Tallinn, dopo altri festeggiamenti ho ritrovato il mio caro vecchio ufficio. Rifatto dalle fondamenta al tetto. Altro che costruzione in legna e tetto in paglia.
Facciata principale bianchissima, porta, anzi portone, in legno, finestre con gli infissi in legno verniciate di rosso, e i vetri provenienti dalla Serenissima. Il tetto poi, tegole rosso fuoco con le cupole d’oro. Oro puro.
L’interno è indescrivibile. Mobili preziosissimi, scalinate in marmo, muri in pietra coperta da legni di puro abete rosso. Finalmente, dopo essermi arrampicato sulla scalinata in marmo, arrivo davanti alla porta del mio ufficio. Targhetta oro in alto con scritto “Julius Beringer”.
Apro la porta. Scrivania lunga e in marmo di Carrara, un librone degli andamenti industriali, una poltrona in pelle, e un finestrone dal quale controllavo tutta la mia amata Tallinn. Altro finestrone vista porto. Pregiata penna d’aquila reale alpina con punta in oro. Va bene, stavo girandomi, uscendo e per dire “Ho sbagliato ufficio! E non di poco!!”
Intanto arriva il Caro Ludolph e mi spiega che questo è un regalo della Città di Tallinn al suo miglior Concittadino, migliore anche del Sindaco. Non potevo che regalare, a mia volta, una splendida statua raffigurante la “Dea della Guerra”, senza di lei non so quante probabilità avrei di essere qui.
E anche grazie al mio Tenente Simon, ai miei uomini.
Pensavo di chiedere a Dansand, il mio nocchiere, di farmi da segretario con un buon stipendio mensile, oltre che ha un alloggio in una delle mie case. Perché sono deciso a diventare un magnate anseatico, oltre che a continuare la mia carriera militare.
Il giorno andai a trovare mio padre. Quando sono arrivato da lui ebbi bruttissime notizie. Aveva preso una malattia grave che pochi sapevano curare. Uno tra questi, il più vicino era il Dottor De Medici, di Firenze. Avevo già deciso. Corro al porto e con i cinque uomini rimasti corro a Stoccolma dal Governatore. Mi faccio dare la sua migliore nave, la più veloce.
Gli spiego tutto e mi dà la velocissima “Inarrivabile”. Mi da i suoi migliori uomini, un capoguardia, per tenere alto il morale degli uomini ed evitare ammutinamenti. Prendo, al volo, Simon Östrekom e Otto Dansand. Carichiamo sulla nave le provviste spiego tutte le vele, e che il vento ci sia favorevole. In coperta con l’ufficiale di navigazione, discutevamo sulla strada minore. Era inglese, Thomas Landersan, mi faceva vedere tutta la rotta, la più corta che c’era: in pratica da Tallinn si andava a doppiare il Capo di Malmoe dal quale doppiamo la Punta di Danimarca e si arrivava giù fino a Bruges e si costeggia fino allo Stretto di Gibilterra, dal quale si va dritti a Pisa.
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27/06/2008 13:59
 
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Capitolo 16°: Firenze

Firenze, 18 Luglio 1350

Spediti come fulmini dal vento spesso favorevole giungemmo in sole 2 settimane al Porto di Pisa, porto militare. Attraccammo la nave alla banchina, dal legno scheggioso, e noleggiammo immediatamente un carro che ci trasporto velocemente alla residenza dei De Medici.
Il Signor De Medici accettò. Ci alloggiò nella sua residenza a Firenze. Durante questo periodo io ne approfittai per concludere alcuni affari. Comprai da un mercante veneziano della seta, che mi avrebbe spedito via terra fino a Lubecca dove un suo corrispondente mi avrebbe conservato la merce nei suoi magazzini fino a mio ordine. Erano circa 3 quintali di pregiata seta cinese. Spesi 400 marchi per ogni 10 chili. Nella Lega le rivenderò ad almeno 600 marchi il barile, ovvero 10 chili di stoffe. Nonostante nella Lega il prezzo medio di vendita sia di 300, con massime di 400 marchi il barile, di solito si tratta di stoffa dura, poco morbida, e spesso, soprattutto nelle zone di Tallinn, dove l’unica produzione vicina è Visby, a due giorni di viaggio, maleodorante perché conservata nei magazzini insieme a grano e canapa, la cui zona gode della maggior produzione anseatica. Altrimenti ci sono le pelli, ma quella è roba da ricchi.
Poi comprai 50 chilogrammi di spezie. Spezie provenienti da ogni parte del mondo. Spezie aromatiche, come zafferano dell’Aquila, zenzero, erbe aromatiche cinesi, basilico di Genova…
Spesi i tutto 6.750 marchi, ma il ricavo sarà di circa 12.000-13.000 marchi. Queste le feci spedire al Porto di Pisa dove le caricarono sulla “Inarrivabile”. I barilotti da 5 kili l’uno si adattarono tranquillamente alla mia piccola stanzetta.
Un mercante toscano delle zone meridionali mi vendette a buon prezzo l’intera produzione di vino. Circa 500 barili di vino del Chianti. Spendetti 45.000 marchi per accaparrarmelo.
Infine feci costruire una nave mercantile a me nuova: la fregata. Circa 1000 barili di spazio per le merci, capacità massima di 300 uomini, 40 cannoni, velocità massima di 10-11 nodi. Il legno era di puro abete rosso, per le vele utilizzai della stoffa di cotone, più veloce del tessuto normale, di standard c’erano presenti 6 cannoni, rispettivamente 3 a sinistra e 3 a manca.
Questo mi costo 50.000 marchi. La serata dai Signori De Medici fu splendida. Partecipammo alla cena con specialità italiane. Spaghetti al sugo, una carne di pecora che chiamano “abbacchio”, dei formaggi tipici del luogo come il pecorino e un dolce che definiscono “cassata”.
Il giorno il Signor De Medici si alloggiò in carrozza, insieme a me, Simon e Otto.
In poco meno di un’ora ci trovammo a Pisa, pronti a salutare l’Italia. Speravamo più in un arrivederci che in un addio.
La nave era pronta. Chiesi un ultimo favore alla Signora de Medici. Se poteva specificare al Cantiere Navale pisano di spedire la nave nella Lega Anseatica, di farla arrivare a Bruges o a Londra, in modo che l’avremmo facilmente recuperata.
La caravella spiegò le vele, e il vento iniziò a soffiare. Ci vollero soli 11 giorni per tornare a Tallinn.







Capitolo 17°: Mio Padre

Tallinn, 29 Luglio 1350

Quando arrivammo a Tallinn, la mia carrozza ci aspettava. Salimmo e ci precipitammo precipitevolissimevolmente da mio padre.
Lo trovammo sul letto con mia madre che gli dava del brodo.
Il Signor De Medici lo guardò e lo esaminò intensamente. Era proprio quello che avevano previsto. Una polmonite.
De Medici preparò un intruglio di erbe varie. Poi dissolto in dell’acqua, lo diede al mio babbo che in pochi attimi lo ingurgitò.
Mio padre il giorno dopo, successivamente a una dormita profonda, si svegliò e si alzò iniziammo allora a parlare.
Mi spiego che durante la mia assenza per massacrare Bruges lui aveva continuato il suo lavoro da un certo Lomkitsky e costui abita nell’interno, sulle colline di Tallinn. Improvvisamente arrivò un vento che trasportava un odore acre di fumo. Lui lo respirò continuando il suo lavoro.
Poi prese il suo carretto e se ne andò a casa. Il mattino dopo non riusciva più a muoversi.
Così poi è avvenuto tutto ciò che sapete.
La sera il Signor De Medici cenò con noi.
Mia madre, ottima cuoca, preparò il suo eccezionale brasato di cervo alle spezie e la sua famosa torta di fragole.
Il giorno dopo tornai al porto con De Medici. Gli feci visitare la città e poi lo ospitai alla Corporazione di Tallinn. I miei colleghi furono felici di incontrarlo, poiché la sua fama e la stima verso lui la tenevano tutti.
Il pomeriggio rincontrai al caro Capitano della St. Louis, Alexandre Cekiloski, che mi diede un bilancio. Avevano guadagnato la bellezza di 150 000 marchi. All’equipaggio, di 6 uomini, ne sono andati 30 000, 5 000 a testa.
Il giorno dopo presi l’Inarrivabile e la riportai al Governatore.

Stoccolma, 31 Luglio 1350

Arrivammo al molo e lasciamo la caravella, e ci arrampicammo sulle affollate strade di Stoccolma.
Arrivati al Palazzo del Governatore, le guardie ci fecero passare. Il Governatore non ci aspettava. Entrammo nel salotto. E iniziammo a discutere. Il Governatore fu così gentile che mi regalo la Dea della Guerra. Lo ringraziai moltissimo. Poi parlammo del più e del meno.
La sera salutai il Governatore che diede un brigantino al Signor De Medici che tornò a Firenze, partendo con le prime foschie dell’alba. Gli chiesi di comprarmi 1 tonnellata di marmo di Carrara e di spedirmelo con la fregata. Gli specificai che il denaro glielo avrei spedito o via terra o via mare dopo l’arrivo della fregata e del marmo.
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Capitolo XVIII: Commercio nella Lega

Tallinn, 1 Agosto 1350

Mi trovavo nell’ufficio a controllare i bilanci, quando d’un tratto la porta si aprì.
Il fido Cekiloski, il mio Capitano, entrò nel mio ufficio.
Gli uomini erano in taverna. Mi voleva proporre un affare.
Mi spiegò che secondo lui dovevamo spingerci oltre il Nord, dato che la fama qui era ormai alle stelle.
Mi anticipò che per questo sarebbe stato necessario un investimento, in una nave più spaziosa con più uomini e delle potenti armi da fuoco.
Allora gli dissi in confidenza tutto ciò che avevo fatto a Firenze. Gli spiegai che avevo comprato varie merci che solo un colto uomo d’affari come lui avrebbe potuto vendere con alto profitto.
Gli dissi poi della nave e lui rimase estasiato.
Concludemmo quindi che per ora avrebbe potuto espandere i suoi commerci anche verso la zona delle quattro regine: Lübeck, Rostock, Stettino e Danzica.
Io poi dovevo svolgere alcuni incarichi nelle città che avrebbero potuto solo aiutare lo sviluppo della mia azienda.
Innanzitutto convocai Simon Östrekom e Otto Dansand. Gli proposi di diventare parte della mia attività. Otto sarebbe stato il mio amministratore di Tallinn e Simon il mio aiutante.
Il giorno dopo lasciai i fatti burocratici e amministrativi per diventare amministratore a Otto e con Simon mi diressi verso la Dea della Guerra. Trovammo alcuni marinai in taverna e li arruolammo.
Il giorno andato mi era arrivata una lettera dal Governatore, con alcuni consigli su come aumentare il mio patrimonio.
Quindi mentre preparavano la Dea della Guerra, io andai in Municipio, dove il Sindaco mi accolse volentieri. Volevo comprare alcuni terreni nelle zone sotto il suo comando.
Alla fine comprai 3 ettari di zona boschiva fuori città, e 1 km² in città. Poi andai da Otto a cui diedi le carte e gli dissi di edificare dei capanni di caccia nella zona boschiva e case in città utilizzando solo la metà dello spazio. Mi costò 25.000 marchi in tutto.
L’altra metà l’avrei utilizzata per scopi pubblici e personali.
Infatti, avevo pianificato il tutto. Avrei comprato terreni in tutta la Lega, e poi costruito, dato che ogni cittadina produce una merce che la rende famosa. Come la mia Tallinn, famosa, oltre che per me, per la sua produzione di pelli raffinate ed eleganti. O Stoccolma, per i suoi utensili, la maggior produzione anseatica. Utensili ben prodotti, con ferro duro, molto duraturi.
O il vino di Colonia, un signor vino. Se ne possono comprare anche 500 barili senza spendere troppo.
Quindi a Tallinn avrei edificato una decina di capanni di caccia, una produzione stimata di 6 quintali la settimana, facilmente vendibili ovunque. La manodopera necessaria sarebbe stata di circa 300 lavoratori.
A Stoccolma avrebbe avuto luogo il secondo impianto più importante dopo Tallinn su base annua.
Pensavo di costruire una cinquantina di officine, sostenute da varie segherie e acciaierie. La produzione media stimata sarebbe stata di 1090 barili d’utensili settimanali, smerciabili in molte città del Mediterraneo e della Lega. Avrebbe prodotto poi il fabbisogno di ferro per Tallinn, grande produttrice anch’essa d’utensili e per le fabbriche di Stoccolma. Produzione stimata di 1 tonnellata a settimana. Infine il legno anch’esso una tonnellata a settimana. Sarebbe bastato per Stoccolma e per Visby, dove volevo instaurare fabbriche di mattoni, merce base per ogni imprenditore fabbricante.
A Ladoga avrei prodotto cereali, circa 20 tonnellate a settimana, necessarie al fabbisogno delle Lega. Inoltre sarebbero state scambiate, 1 quintale al mese, con Novgorod, dove avrei prodotto la birra necessaria a Ladoga, oltre alle pelli. Quindi tra Novgorod e Ladoga circa una settantina di stabilimenti, di cui la maggior parte per il grano.
Visby sarebbe stata la mia base per le costruzioni, ove avrei costruito i mattonifici. Quindi nulla d’importante su base economica di vendita.
A Riga si sarebbe prodotto un materiale importantissimo per l’esistenza dell’attività. La pece, merce molto ricercata nella Lega che si vende a prezzi molto modici, ma permette l’esistenza di ogni attività commerciale marittima. Infatti e grazie a essa che si costruiscono navi di ogni genere. Quindi verrà poi ritirata da un apposito convoglio formato da vari galeoni e altre fregate. A proposito di queste ultime, avevo intenzione di chiedere a De Medici, che era ormai diventato un mio caro amico, se poteva chiedere ai cantieri il progetto e spedirmelo. Poi l’avrei regalato ai Cantieri talliniensi che l’avrebbero distribuito a tutti gli altri. Grazie a questo, avrei quindi realizzato un convoglio di circa una ventina di fregate armate e con i marinai al massimo per raccogliere tutte le merci e trasportarle a Tallinn da dove le avrei smistate fino agli angoli più remoti della Lega. Comunque ce ne saranno circa 20 impianti, per una produzione di circa 140 barili a settimana.
Scendendo si arriva a Danzica dove avrebbe avuto luogo il mio terzo impianto più redditizio su base annua. Sia su base commerciale che su basamento per la reputazione, sempre alle stelle.
Infatti avrei prodotto la carne e il cuoio. La carne, merce molto apprezzata dai ricchi, sarebbe stata venduta in ogni mercato esistente, con ampio riguardo al Mare del Nord, dove le produzioni sono piuttosto scarse. Avrei instaurato una ventina di allevamenti di bovini. La produzione stimata sarebbe di 1 quintale di carne a settimana e 300 barili di cuoio settimanali.
A Danzica avrei inoltre prodotto il legno, necessario per la produzione del cuoio e della carne. Inoltre a Stettino avrei instaurato saline per sostenere la merce che produrrà Lübeck e Danzica con gli allevamenti.
A Thorn avrei prodotto la lana, un bene facilmente smerciabile in ogni cittadina non produttrice di codesto prodotto. Questo prodotto destinato soprattutto alle persone più sfortunate, i poveri, fa ottenere un ampio margine di ricavo. Instaurerò una dozzina di allevamenti di ovini. La produzione sarà di 3 quintali e 30 kilogrammi.
Vicino a Danzica si trova Stettino. A Stettino verrà prodotta la birra, bene stravenduto in tutta Europa. Prevediamo di costruire circa 60 impianti per la produzione di birra, che sarà ricavata da altre fabbriche dove produrremo il legno, necessario per la birra, e il sale necessario per i futuri impianti di Lübeck e Danzica. Inoltre avremmo instaurato piantagioni di cereali, per la produzione di birra. Insomma a Stettino avremmo avuto circa 3500 lavoratori.
Rostock è una florida cittadina nella quale fino a circa 20 anni fa vi era il Governatore.
Rostock produce un miele dal sapore fruttato, merito dei fiori molto prelibati dagli studiosi per la loro rara esistenza. Quindi il fabbisogno di miele verrà accontentato grazie agli impianti rostocckiani. Circa una decina di opifici, per una produzione media di 1400 kili di miele.
A Lübeck si svolgerà una tra le più importanti produzioni per la vita della Lega anseatica.
Insieme alla birra e ai cereali, il pesce è una produzione simbolo per mangiare.
Una ventina di allevamenti dovrebbero bastare. Il sale necessario alle produzioni verrà importato da Stettino, mentre a Lubeck si produrrà anche la canapa.
A Malmö si produrranno lana e stoffe. Le stoffe sono importanti per il vestiario di ogni classe, dalle meno agiate alle più importanti. Una quarantina di produzioni, con circa 4000 telai in tutto, mi forniranno 1000 barili settimanali.
Ad Aalborg ci sarà l’ultima produzione della prima parte del piano.
L’olio verrà prodotto, oltre al pesce, lì. Circa 20 stabilimenti basteranno al fabbisogno della Lega. Produzione settimanale stimata di oltre 900 barili d’olio.
La seconda parte verrà descritta in un secondo momento e comprende la produzione di vino,
la base, già decretata, per le spedizioni alla ricerca di nuove enclavi commerciali nel Mar Mediterraneo e nell’Atlantico che sarà probabilmente Londra, la produzione di birra ad Amburgo circa 50 000 barili settimanali, e altri progetti. Prevedo come base Scarbourough.
Tutti questi progetti faranno sì a rendermi un capitale certo in quanto investimenti sicuri.
Di solito nella Lega con questi si può ottenere un capitale molto alto, che permette di stare tranquilli fino alla fine dei propri giorni.
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Capitolo XIX: Il Baltico

In mare, tratta Stoccolma – Tallinn, 2 Agosto 1350

Il Baltico è un grande mare che delimita una zona commerciale molto fruttuosa. Vi si trovano le 4 regine della Lega, Lübeck, Rostock, Stettino e Danzica, le grandi produttrici come Stoccolma, Tallinn, Riga, Visby Malmö e Thorn. Inoltre vi sono Novgorod e Ladoga.
Io ero al momento sulla Dea della Guerra, a discutere con Simon.
Ci stavamo dirigendo a Stoccolma. Dovevo comprare innanzitutto i terreni.
Avremmo cominciato con i capanni di caccia di Tallinn, le utensilerie di Stoccolma e i mattonifici di Visby. Per ottenere i permessi di costruzione per i capanni di caccia, bisogna aspettare circa una settimana. Quindi avrebbe fatto tutto Dansand, e avrei poi firmato io alla fine.

Stoccolma, 3 Agosto 1350

Ci dirigemmo dal Governator Scandroglio. Il palazzo sempre lussureggiante aveva dei nuovi quadri.
Il Governatore accolse me e Simon con piacere. Parlammo dei territori. Lui mi consigliò di acquistare anche terreni in ogni città e non solo a Tallinn. Con in ogni città, intendeva dentro le mura.
Chiesi quindi 5,00 ettari di terreni oltre le mura e 0,25 acri in città. Fu così gentile da regalarmi il terreno in città mentre con 35.000 marchi acquistai la zona per le industrie.
Gli promisi che mi sarei sdebitato in qualche modo per il suo gentilissimo regalo.
Poi andammo in Corporazione, dove mi rinfrescai con un buon bicchiere di vino e chiacchierammo tranquilli per un po’. Durante la notte, il Consigliere Fabianski Extorcisten, ci alloggiò molto gentilmente nella sua dimora.

Visby, 5 Agosto 1350

Visby, una tranquilla città di 2000 abitanti affacciata su un mare limpido, non è molto diversa da Stoccolma.
Arrivai al municipio, che era affollato di gente. Entrai e mi intrufolai nei vari cunicoli insieme a Simon. Arrivammo quindi allo studio del Sindaco. Bussammo e entrammo nell’ufficio.
Il Sindaco ci accogliete e con tutte le riverenze e i salamelecchi ci fece accomodare. Il Sindaco di Visby, Paul Portraylter, è un tipo simpatico e ironico. Quindi dopo un po’ di discussione passammo al nocciolo. I terreni erano spogli e senza ombra di rocce perfetti per edificare i miei mattonifici. Me ne vendette 5 acri. Poi in città comprai 0,25 acri.

Baltico, 6 Agosto 1350

Avevo le varie carte che mi attestavano i terreni, e Otto mi aspettava per firmare.
Il mare, quella sera, era stranamente tranquillo. Infatti il Baltico è famoso per le sue tempeste improvvise. Certe sere c’è luna piena, ma dopo cinque minuti ti trovi in balia delle onde.
Comunque attraccammo a Tallinn senza problemi.
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03/06/2009 18:33
 
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Capitolo XX: Le mie Navi

Tallinn, 7 Agosto 1350

Adesso che avevo comprato i primi terreni necessari, mi servivano delle navi.
Al momento le due che avevo erano la goletta St. Louis e la caravella Dea della Guerra.
Date le mie intenzioni di costruire occorrono altre navi. La St. Louis governata dal Capitano Cekiloski è un’ottima nave e il capitano pure, ma non mi basta. La Dea della Guerra serve a me per spostarmi, e comunque è una nave da guerra. Inoltre arriverà fra tre settimane, a Bruges, la fregata.
Quindi avrò anche i progetti e il marmo.
I progetti andranno a Tallinn che poi li distribuirà nelle varie cittadine.
Poi ordineremo una trentina di fregata, 15 a Stoccolma e 15 a Tallinn.
Ma a me interessava anche qualche vascello.
Ormai io e Simon eravamo grandi amici. Questo mi aiutava molto.
Andammo in Corporazione e davanti a un buon bicchiere di vino discutevamo.
A un certo punto arrivò Klaus Fringzt che annunciò:
“Il 15 agosto dell’anno del Signore 1350 si sarebbero messi all’asta 2 vascelli e una caravella. – inoltre aggiunse - Quest’ultima è al terzo livello di potenziamento e può ospitare 12 cannoni. Entrambe le navi sono in ottime condizioni.”
Lo sguardo fra me e Simon fu chiarissimo: le avrei acquistate.
I due vascelli li avrei lasciati a due diversi capitani e li avrei lasciati in rotta.
La caravella, invece, avrebbe fatto coppia con la Dea della Guerra.

Tallinn, 15 Agosto 1350

Mi presentai insieme a Simon alla Corporazione, verso le tre di pomeriggio.
I possibili acquirenti iniziavano ad accomodarsi.
Fringzt, presidente della Corporazione, iniziò a presentare le navi. I vascelli avevano entrambi 550 barili al massimo di carico e la caravella arriva a 230.
Iniziò l’asta, le navi andavano vendute in blocco, e dopo un po’ di rilanci quando arrivarono a circa 65.000 marchi, rilancia a 75.000. Insomma, le navi divennero finalmente mie.
Andai quindi in taverna. I marinai accorsero immediati. 10 marinai per il vascello “Nottingham”, 10 marinai per il vascello “St. Jacob” e 35 marinai per la “Splendida”, la caravella.
Trovai inoltre due capitani che presero posto nei due vascelli.
Poi mentre diedi il necessario ai due capitani, e partirono, mi raccomandai loro di essere onesti, non spendere in merci inutili e poco smerciabili e di usare bene il patrimonio a loro disposizione. Perché li dovevo ancora conoscere bene. Di Cekiloski mi sarei fidato cecamente, ma di Treskair e di Rvstertgs no. Almeno per ora.
Di seguito andammo alla Scuola di Marina. Lì trovammo un buon capitano, di 20 anni, bravo con la spada e con le vele, oltre che con la capacità di sapersi imporre. Non chiedetegli però di commerciare…
Lui divenne il capitano della “Splendida”.
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03/06/2009 18:34
 
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Capitolo XXI: La Fregata prima parte

Bruges, 28 Agosto 1350

Io e Simon ci trovavamo a Bruges, ancora devastata dal mio attacco. Attendavamo l’arrivo della fregata, con tanto di progetto e marmo. Eravamo seduti sul pennone della mia caravella
Verso le ore 14:00 notammo qualcosa di gigantesco avvicinarsi al porto.
I cittadini di Bruges e tutti gli equipaggi delle navi corsero verso le campagne temendo l’arrivo di un mostro marino. Noi, sicuri ma non troppo, salimmo sull’albero maestro e, con il cannocchiale, confermammo la nostra previsione: era la fregata!
Dopo circa due ore di andamento a 2-3 nodi, causa l’imponente stazza della nave, decidemmo di bloccarla a circa due leghe dal porto. Con la caravella arrivammo vicino ad essa in poco più di venti minuti. Saliti a bordo, il Capitano Massimo Sferso da Genova, mi illustrò la nave.
Mi portò dapprima nella stiva, poco accogliente, causa la tonnellata di marmo, poi mi fece salire sui vari alberi: il più basso misura 7 metri, il più alto 35; Poi le cabine per l’equipaggio, per gli ufficiali e per i Capitani, ed infine la stanza in cui avrei passato la maggior parte del mio tempo. Mi ritirai in coperta con Simon. Parlammo una ventina di minuti e giungemmo ad una conclusione: andiamo a Tallinn. Tornammo sul ponte e il signor Sferso accettò le nostre conclusioni, era impossibile attraccare a Bruges, i moli sono troppo piccoli e stretti.

Tallinn, 4 Settembre 1350

Avevo avvisato con un corriere veloce il Sindaco di Tallinn di tenere il molo CX-23, il più grande, libero per il giorno 4 settembre. Nonostante la pesante stazza della fregata, e la stiva piena di marmo, io e Simon con la “Dea della Guerra” facevamo fatica a starle dietro, con soli otto uomini di equipaggio più noi due. Era veramente veloce.
Alle 3:00 del mattino giungemmo a Tallinn. Per entrare nel porto la fregata impiegò ben 5 ore, a causa delle manovra che doveva fare per non urtare gli scogli, le banchine e le altre navi.
Finalmente alle ore 10:00 la possente nave gettò le ancore. La città, già sveglia e laboriosa, assisteva all’evento da molti considerato incredibile. Il sindaco mi accolse a braccia aperte. Ci salutammo e gli offrii di bere un buon bicchiere di vino del Chianti, il signor de Medici mi aveva inviato una botte da 10 litri, affidandola al Capitano, alla Corporazione. Entrammo e tutti mi chiedevano tutto sulla nuova nave. Allora cominciai raccontando dello sfortunato episodio capitato a mio padre: l’unico in grado di curarlo era il signor De Medici. Allora, abbiamo preso “L’Inarrivabile” con la quale siamo giunti a Firenze. Lì, ho eseguito vari acquisti: marmo, vino, spezie pregiate e stoffe. Al porto, il mattino dopo, intanto che ci preparavamo a salpare, al cantiere navale mi hanno illustrato questo modello di nave e ho chiesto di costruirmene una e di inviarla a Bruges. A Bruges il porto era troppo piccolo per permettere alla nave di entrare, con il Capitano abbiamo quindi deciso di tornare a Tallinn, dove domani battezzerò la nave. Ascoltata la mia storia, tutti i presenti alla Corporazione decisero un brindisi alla mia salute. Bevvi il calice di vino e con Simon mi diressi al mio ufficio commerciale. Otto mi attendeva per la firma delle carte. Ci salutammo, gli offrii un boccale di vino, e mi informò di tutto. Firmai le varie carte per la costruzione delle capanne da caccia e poi Otto mi mise al corrente dell’accaduto in mia assenza. Ieri il Capitano Cekiloski era partito per la settima volta. L’incasso lordo è di Marchi 350.000, detraendo stipendi, manutenzione e costo delle merci restano 150.000 Marchi. Otto era andato a vedere il terreno per la costruzione delle imprese e secondo lui si potevano tranquillamente costruire 20 capanni di caccia. Infine i due vascelli erano nella rotta commerciale prevista, mentre la caravella aveva distrutto quattro imbarcazioni pirata.
07/01/2010 19:09
 
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Non posso che dire molto bello
complimpenti [SM=x329190] [SM=x329190]

a proposito faccio pubblicità al mio amico edelhart ( [SM=x329178] [SM=x329180] ) e vi chiedo di dare un'occhiata anke al suo di racconto
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