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Sacred

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2011 21:20
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30/05/2007 16:25
 
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Verso Crow’s Rock
“Eh… se Wilbury fosse venuto con me…”
“Chi, il sergente?”
Tergot si girò e verso il suo compagno con sguardo interrogativo.
“L’ho visto aggirarsi nei pressi di Florentia che cercava riparo dalla pioggia…”
Lo sguardo di Tergot era ora inquisitore.
“Sai com’è… noi ladri stiamo sempre molto attenti a quanto ci succede intorno”
“No, è che mi stavo chiedendo come mai si trovava in quel luogo… avevo capito che non poteva lasciare il comando!”
“Si sta dirigendo anche lui da De Mornet, non ricordi cosa disse Boleys?”
“Certo, ma… bah, lasciamo stare! Sono comunque contento di sapere che ci ritroveremo tutti insieme… speriamo”
“Non ti crucciare, amico: vedrai che ci sarà anche Lydia!”
I due continuarono in direzione nord est senza seguire, volutamente, il sentiero principale: stavano attraversando una zona sconosciuta, anche per il ladro… che aveva però sentito parlare della presenza, in quei luoghi, di enormi orsi bruni e argentei pronti ad assalire i malcapitati assetati di orrore e sangue: erano sotto il controllo dalla forza oscura di Barold.
La boscaglia che attraversavano in quel momento si prestava a nascondere quegli animali; procedevano cautamente, cercando di non far sentire la propria presenza e per percepire ogni minimo fruscio che potesse far trapelare la presenza di orsi, quando improvvisamente si trovarono di fronte ad una parete di roccia.
“Maledizione, ci mancava anche questo ostacolo!”
“Aggiriamolo e riprendiamo il nostro percorso”
“D’accordo Lenny… ehi un momento: cos’è quell’apertura?”
“Lascia stare e andiamocene…”
“Non ci penso nemmeno; l’ultima volta che sono entrato in un anfratto c’era una vita in pericolo e non vorrei fosse così anche adesso…”
“Io ti aspetto qui, se non ti dispiace”
“Come vuoi, farò in un baleno”
L’accesso portava sulla cima di una scalinata umida; con circospezione, Tergot cominciò a scendere per rendersi conto che ad ogni gradino la grotta si illuminava sempre più, come se stesse alimentando delle torce col suo procedere; giunto al fondo si trovò improvvisamente di fronte ad un orso argenteo digrignante, che subito lo prese di mira: con calma il guerriero roteò la spada per farle prendere velocità e con un primo colpo recise una zampa alla belva; senza esitare fece una giravolta per trafiggerla all’altezza del cuore.
“Più facile del previsto… vediamo cos’altro c‘è qua sotto…”
Un luccichio più vivo proveniva da dietro un angolo alla sua destra; si affacciò per rimanere stupefatto alla vista di quattro orsi bruni, che facevano da sentinella ad una gabbia nella penombra, comunque abbastanza illuminata per notare la presenza di un prigioniero.
Improvvisamente gli orsi notarono la presenza dell’intruso e gli si scagliarono contro; concentrato al massimo, Tergot sferrò il suo attacco, ancora il colpo duro, adatto all’occasione. Le belve caddero sotto i precisi affondi e la via per la salvezza del prigioniero era oramai libera.
“Tranquillo, chiunque tu sia: tra qualche minuto sarai fuori”
Il prigioniero si girò verso il suo salvatore; pur emaciato si lasciò andare ad un sorriso di gratitudine che illuminò gli occhi color ghiaccio… anzi rossi…
“Una trappola! Sei un mago di Barold, maledetto!”
Il sorriso si trasformò in ghigno e la figura cominciò a cambiar sembianze… si fece più piccolo per trasformarsi, infine, in un ragno nero di zampe e testa, giallo sopra l’addome.
“Per tutte le spade di Ancaria, ma cosa diavolo sei?”
Tergot si preparò al combattimento impugnando anche il coltello; la spada roteava sibilando nell’aria; l’insetto, delle dimensioni di un nano, si muoveva freneticamente di lato grazie alle sue otto zampe, rimanendo sempre di fronte al guerriero.
La lama impattò fortuitamente su una delle zampe tranciandola e facendone uscire un liquido giallastro… il sangue… ma il sorriso di gioia di Tergot, per il colpo andato a segno, si spense subito nel vedere che da una delle gocce cadute a terra prese vita istantaneamente un altro insetto, mentre la zampa si rigenerò in pochi secondi e l’animale da cui era caduta divenne più grande; lo sbigottimento non abbatté il morale dell’eroe che subito riprese la sua concentrazione per capire ed anticipare le mosse dell’aracnoide… e cercarne un punto debole.
Il piccolo alito di vento creato dal roteare continuo della spada teneva gli insetti lontani da Tergot, ma non poteva essere certo l’arma per sconfiggerli; provò allora ad avvicinarsi mantenendo il movimento, e loro indietreggiavano per mantenere la distanza: avevano comunque timore dell’uomo, un punto a suo favore; fece un piccolo balzo improvviso e questi si spostarono ancora, sbattendo contro il muro… l’uomo osservò un leggero indebolimento dovuto al colpo involontario preso sul posteriore dell’addome, da dove avrebbe dovuto uscire la tela… forse u punto vitale!
Si guardò intorno alla ricerca di corridoi, come una caverna di solito aveva! Eccolo… ma dietro gli animali… come fare? Si spostò cautamente lungo la parete fino a raggiungere il varco, la spada in rotazione continua; impegnò il corridoio indietreggiando e senza scatti: ora serviva una cavità! Con la coda dell’occhio ne vide finalmente una e si infilò, sempre indietreggiando; i ragni si fecero sotto, pronti ad immobilizzare la preda; Tergot fece un balzo improvviso, di quelli imparati nell’arena, accompagnato da un urlo che fece eco in tutta la cavità: uno dei ragni indietreggiò quasi terrorizzato picchiando duramente contro la parete retrostante e subito, approfittando del momento successivo di debolezza, il guerriero lanciò il coltello in mezzo alla testa dell’animale per immediatamente aggirarlo e colpirlo a fondo nell’addome con la spada… una sorta di stridio accompagnò la morte del ragno; ma il secondo era scomparso… almeno alla vista eretta, perché si era rifugiato sul soffitto del corridoio e stava avanzando… era rimasto il più grosso!
Improvvisamente si arrestò, come scosso da un evento imprevedibile: alle sue spalle Lenny lo aveva colpito, lanciando il suo coltello, proprio in pieno addome e fu una formalità, per Tergot, metter fine alla vita del grosso aracnoide.
“Ma da dove sei entrato?”
“Dalla parte opposta, no!” disse scherzoso il ladro “Mi stavo stufando ad aspettarti e così ho provato ad aggirare la parete… ed eccomi qua!”
“Credo non mi verrà mai la passione di ragni… che ne dici?”
Ma ancora una sorpresa attendeva i due compagni di viaggio: il secondo ragno si stava nuovamente trasformando… stava ritornando alla sua forma originale di… un corpo umano, una donna! Bellissimo il suo volto, marmoreo tutto il suo corpo… durò un attimo, prima di chiudere la sua metamorfosi in modo definitivo: un liquido giallastro che fu subito assorbito dal suolo.
“Dico che hai assolutamente ragione, Tergot: andiamocene di qua, non abbiamo più nulla da fare”
Un tramonto simile ad un dipinto segnava il poco cammino che ancora dovevano fare i due amici per raggiungere un piccolo centro abitato le cui luci avevano avvistato da qualche chilometro; varcarono la porta d’ingresso della cittadina e furono accolti da un soldato di guardia.
“Benvenuti a Florentia forestieri: cosa vi porta in questa città?”
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa; Tergot scoprì la mano dal guanto per mettere bene in mostra l’anello recante il sigillo della corona.
“Stiamo cercando il Sergente Wilbury: sappiamo che è passato di qua” disse il guerriero in tono perentorio.
“Sì, corrisponde a verità. Troverete il Sergente presso la taverna; seguite questa strada fino alla piazza grande” rispose immediatamente la guardia in tono ossequioso.
I due si incamminarono per la strada principale lasciando le loro cavalcature alla porta d’ingresso, come stabiliva l’usanza della città.

continua...

[Modificato da f.strillone 30/05/2007 16.26]



Quando avrete inquinato l'ultimo fiume, quando avrete abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo pesce, ucciso l'ultimo bisonte, solo allora vi accorgerete che non potete mangiare tutto il denaro accumulato nelle vostre banche.
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