Cera (da Novgorod) e burro (da Riga, Malmo e dalla Danimarca). E poi seta e vetro via Colonia, Londra e Bruges. Ed anche rame e piombo dall’Ungheria. Magari anche oro ed argento.
Perché, in effetti, al posto di antistoriche spedizioni oltre Atlantico vedrei bene la possibilità di commerciare con la costa del Golfo di Guinea: stoffe ed utensili in cambio di oro, da convertire poi in moneta sonante.
Oppure, ancor meglio, lo scambio di oro contro merci (ogni volta una merce diversa) potrebbe formare l’oggetto di un’apposita Missione del Governatore, con conseguente aumento della popolarità.
O addirittura sarebbe veramente grandioso poter costruire una piccola stazione commerciale della Lega Anseatica sulle coste del Golfo di Guinea, per commerciare con le carovane provenienti da Timbuctù.
L'origine dipendente / che non viene distrutta, / non viene in essere, / non cessa, / non è eterna, / non è singola, / non è plurima, / non giunge, / non si allontana / questa è la più alta virtù / che trascende la vacuità delle parole: / proprio così insegna il Buddha. / Io lo saluto, / giacché è l'eccelso / fra i commentatori della Via.