00 02/09/2005 11:45
Tallin: la famiglia Valtnee
La mia partenza per Tallin avvenne a fine giugno 1302: aspettai, infatti, di votare la mia proposta di allargare le mura della città e vedere che la mozione venisse approvata. La mia prima piccola vittoria presso il Consiglio della città.
L’approdo a Tallin: per gli occhi, tutte le volte uno spettacolo mozzafiato! Si intuiva l’arrivo dalla presenza dell’isola Naissaar, che sorge proprio davanti al porto della città e che, vista da lontano insieme alla costa del continente, dava quasi l’impressione di entrare in un fiordo norvegese.
Frederick Valtnee mi venne incontro lungo la via Pikk (che significa lunga) e mi strinse la mano energicamente, come si addice ad un vero uomo d’affari.
Era di statura medio bassa, con capelli biondo oro e occhi azzurri, sui quarant’anni. Si occupò lui di alloggiare il mio equipaggio presso la taverna della città oltre che consegnare un bellissimo cavallo ad Arnold con tanto di bisaccia piena di viveri ed una coperta, necessari per raggiungere Ladoga e far visita, così, alla sua famiglia; un’accoglienza come questa, devo ammettere, non l’ho mai trovata in nessuna taverna del Baltico!
Mi pregò, quindi, di seguirlo per iniziare la visita alle sue concerie; quel simpaticone di Conrad… ecco cosa aveva in mente: dato che non mi ero ancora convinto a metter su una conceria a Tallin (“Cosa abbiamo messo a fare un ufficio a Tallin se poi non assumiamo un amministratore e, soprattutto, non cominciamo a pensare alla produzione di pelli? Lo sai che guadagni possiamo tirar su?!” era solito rimproverarmi almeno una volta a settimana!) aveva pensato bene di organizzarmi una visita nella conceria migliore della città! Tutti i commercianti della Lega, infatti, non facevano altro che elogiare la qualità delle pelli provenienti da Tallin, “… ma quelle di Valtnee!” erano soliti aggiungere.
Ma la sorpresa più grande, per me, doveva ancora arrivare: Frederick mi volle a tutti i costi ospite nella sua umile dimora per poter continuare le nostre chiacchiere, divenute oramai d’affari, in tutta tranquillità, lontano da occhi ed orecchie indiscreti.
Mi presentò così sua moglie Julia, cuoca presso la “Casa delle vivande” e, soprattutto, la figlia Annelise: di venti anni, anche lei, come il padre, era biondissima, occhi azzurri, alta quanto me e aveva un portamento da regina. Inutile dire che la discussione con il padre perse d’importanza per me: avevo appena conosciuto la donna più bella della mia vita e me ne ero innamorato all’istante! Ridisceso sulla terra, finimmo la conversazione davanti ad un bicchiere di vodka per poi ritirarci nelle camere da letto.
Il mattino dopo Frederick mi portò nel mio ufficio commerciale dove, con mio sommo stupore, notai la presenza di carte piene di numeri e appunti, e di alcune lettere: era la scrittura di Conrad! Ancora il suo zampino! Aveva praticamente predisposto tutti gli incartamenti per fare di Frederick Valtnee il mio amministratore a Tallin; non solo, aveva previsto, e non si era sbagliato, che mi sarebbe piaciuta l’idea di sovvenzionare Frederick per la costruzione di altre due concerie che si sarebbero chiamate “De Gonz e Valtnee Concerie”.
Il mio soggiorno a Tallin proseguì con la visita della città e il mio cicerone fu Annelise: mi fece percorrere le due vie parallele della città, Pikk e Lai (che significa larga) colorate dai prodotti delle botteghe dei mercanti e che girano intorno al campanile della chiesa di S. Olaf; visitammo la cattedrale di Aleksandr Nevskij e percorremmo l’intera cinta muraria: era il 6 luglio, giorno del mio compleanno, e non potevo chiedere miglior regalo della compagnia di Annelise, così dolce, così bella!!!
I quattro giorni passarono in fretta, troppo in fretta! Tornò Arnold, rinfrancato nel cuore e nello spirito dalla visita ai suoi famigliari, e ci preparammo, nostro malgrado, al ritorno a Danzica, non senza il regalo di una decina di barili di pelli. Frederick, che si era accorto degli sguardi che io e Annelise ci scambiammo durante l’addio, mi salutò con una stretta di mano e mi fece cenno con gli occhi in segno di assenso!


Quando avrete inquinato l'ultimo fiume, quando avrete abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo pesce, ucciso l'ultimo bisonte, solo allora vi accorgerete che non potete mangiare tutto il denaro accumulato nelle vostre banche.
RIPRENDIAMOCI LA TERRA