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Tallin 1355: le cose belle della vita
Le cose piacevoli che capitano nella vita sono sempre così poche che quando le racconti ti rendi conto di quanto siano importanti per ciascuno di noi. Non sto parlando di denaro e potere, anche se, come tutti ben sappiamo, sono un ottimo cibo della felicità… mi riferisco a tutto ciò che rientra nella sfera personale.

Il 25 febbraio del 1305 è, come dire… la data che un uomo non dovrebbe mai dimenticare nella vita
La cattedrale di Danzica era piena di gente e fuori, sulla gradinata, c’erano molti cittadini di ogni rango che attendevano l’uscita degli sposi.
Finalmente io e Annelise usciamo e sentiamo un unico urlo salire al cielo:
EVVIVA GLI SPOSI! EVVIVA GLI SPOSI!! EVVIVA GLI SPOSI!!!
In cima alla gradinata, in prima fila, vedo subito che mi corrono incontro Arnold e Conrad, seguiti da una ventina dei miei marinai (erano i primi che avevo assoldato tra Danzica e Stettino), per abbracciarci: siamo quasi caduti a terra per la veemenza dei miei cari, vecchi amici!
Dietro di noi, invece, uscivano Julia e Frederick Valtnee con gli occhi pieni di lacrime di gioia.
Una vita nuova stava per iniziare e i suoi frutti sono oggi al comando del mio impero commerciale: i nostri figli Robert e Monique.

La seconda data che ricordo volentieri ha molto più valore di ogni cassa d’oro vista nella mia vita: un valore sentimentale.
La mattina del 3 giugno 1309 il mio convoglio armato entra nel golfo di Riga e si dirige in località Pernau: è lì che troverò il feroce pirata Niebur che il Governatore della Lega Anseatica vuole eliminare; è lì che si rintana il pirata che costrinse mio padre ad abbandonare la sua carriera di mercante; è lì che io, Fabius da Gonz, compirò la mia doppia vendetta, valida per mio padre e valida per tutta la Lega!
Era già due anni che tentavo di scovare il marrano! Arnold, dietro suggerimento del nostro informatore di Lubecca, aveva cominciato ad indagare sul passato di Niebur scoprendo ben presto come era arrivato alla sua fama: un carico di spezie saccheggiato a un mercante veneziano, gli assalti a inizio decennio ai mercanti del Baltico, l’uccisione del rivale Beneke con la caravella fornita da me!!! E, ultima beffa, che molto mi fece arrabbiare, chiamare la nave BRIGHT, come la SPLENDENTE di mio padre! Quando è troppo, è troppo!! E il Governatore, ignaro della vendetta personale, il mese prima mi concordava la sua fiducia in questa missione pericolosa!!!
Come fuscelli, le quattro torri caddero dopo pochi colpi di mortaio provenienti dai miei galeoni; come conigli, la ciurma del nemico, colta di sorpresa ancora nei capanni, corse dritta nella foresta a cercar riparo dall’inferno che avevano creato il mio arrivo e i primi colpi sparati sul villaggio; come un uomo d’onore, Niebur mi stava aspettando sul ponte di comando della BRIGHT per il duello finale.
Pochi affondi, di quelli che solo Arnold poteva insegnarmi, furono sufficienti per finire il mio nemico:
“Uno per mio padre… uno per tutti i commercianti della Lega… uno anche (e perché no?) per il povero Beneke!” gridai ad ogni colpo andato a segno!
“Ma tu stai parlando un dialetto che conosco… chi diavolo… no! Non può essere!! Sei veneziano… sei il… figlio… del mercante… di dieci anni fa!!!”
Un ultimo alito di vita…

In ordine di importanza, citerei, della mia vita, ancora tre date insieme: il 6 maggio 1309, giorno della mia elezione a sindaco di Danzica; il 20 settembre 1309, quando fui eletto Governatore della Lega Anseatica, il sogno di bambino divenuto realtà; il 6 luglio 1340, quando decisi di trasferirmi a Tallin per divenirne sindaco e continuare, dalla città della mia amata Annelise, a mantenere la carica di Governatore fino ad oggi, 5 luglio 1355.

Il mio compito presso la Lega termina così, il giorno del mio settantacinquesimo compleanno; desidero dedicare gli ultimi anni della mia vita a ciò che più ho amato in assoluto in tutti questi anni: mia moglie e la mia famiglia, oramai piena della vitalità di nipoti e pronipoti, e sparsa in tutte le città dei sette mari.
Passeggiando con Annelise nella Toompea, la cittadella che domina dalla collina la veduta di Tallin e del suo golfo, mi soffermo davanti al monumento che i cittadini mi hanno dedicato “A Fabius de Gonz, per mantenere viva l’immagine di uno dei migliori sindaci della città!”; con estremo orgoglio ricordo quando, nel 1310, anche a Danzica i consiglieri della città mi dissero praticamente la stessa frase e la fecero incidere sul marmo sottostante la statua.
Una lacrima di commozione mi segna la guancia destra e Annelise è pronta ad asciugarla con le labbra; il suo affetto ricambiato dal mio: sarà l’oro dei nostri ultimi anni!


Quando avrete inquinato l'ultimo fiume, quando avrete abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo pesce, ucciso l'ultimo bisonte, solo allora vi accorgerete che non potete mangiare tutto il denaro accumulato nelle vostre banche.
RIPRENDIAMOCI LA TERRA