00 19/03/2006 22:09
Assedio di Groningen PARTE 6

L’incontro tra l’Oscuro e il comandante durò pochi minuti. Appena Fuller ebbe esposto i fatti, l’Oscuro emise una leggera risata sarcastica indicante la semplicità dell’incarico.
“Così se ho capito bene dovrei infiltrarmi nel campo degli assedianti per recuperare informazioni…??” disse l’Oscuro con tono di chi era abituato a questo genere di lavori, dopo di che fece una pausa lasciando trasparire che stava vagliando l’offerta.
“Bene!”, riprese l’Oscuro, “sappi che ti costerà cara tutta questa urgenza, fin a quanto sei disposto a pagare per questa operazione?”.
“Cinquantamila possono bastare?” azzardò Fuller non sicuro della proposta.
“Ahahahahaaha!!! Non starai scherzando spero!, ci vorrà almeno quattro volte la tua cifra o puoi scordarti l’affare. D’altronde hai chiesto tu il migliore”.
Fuller inghiottì senza farsi notare, preso in contro piede dalla pesante richiesta della Maschera. Sinceramente aveva sperato di impiegare meno liquidi ma sapeva che con questa gente non si doveva scherzare in fatto di denaro. Il problema sarebbe stato dirlo al sindaco Ubner in quanto sarebbe stato lui a pagare le Maschere ma ciò non lo preoccupò più del dovuto dato che le casse cittadine traboccavano di denari derivanti dai molteplici affari illegali che praticava.
“Allora che cosa decidi, non ho tempo da perdere” incalzò l’Oscuro.
“Va bene!, vada per duecentomila, ma bada a non farti scoprire o tutta l’operazione andrà in fumo”.
“Mi deludi Fuller, persino il mio più giovane apprendista sarebbe in grado di entrare ed uscire dal quel campo senza farsi notare ma dato che sei sotto pressione in questa brutta faccenda, lascerò perdere i tuoi dubbi. Stai allerta però presto tornerò con quello che hai chiesto”. L’Oscuro terminò in tono serio la frase e scomparve dalla stanza sfruttando le aree in ombra.
Fuller ebbe appena il tempo di vederlo uscire dalla stanza che si ritrovò solo con i suoi pensieri, era stata una giornata davvero pesante, finalmente ora poteva concedersi un po’ di riposo.

Il generale Franz si trovava ancora nella tenda approntata per tenere riunioni di guerra. Qualche ora prima aveva interrotto l’assedio per riorganizzare le forze e soccorrere i feriti ed ora stava discutendo con i suoi più fidati ufficiali sull’andamento della campagna, quando improvvisamente una delle guardie poste all’ingresso della tenda s’affacciò all’interno per avvisare dell’arrivo di due corrieri.
“Fateli entrare” disse il Generale.
“Signore porto una lettera del Principe!” disse il corriere assegnato alla posta.
Franz non poté fare a meno di notare il nastro blu che legava il foglio di carta, indice che contraddistingueva i messaggi urgenti. Dopo aver ringraziato e congedato il corriere ruppe il sigillo del Principe e lesse il messaggio riportato.
Appena terminò di leggere l’espressione di Franz divenne più dura, si volse verso gli ufficiali che ora lo stavano fissando in silenzio e sospirò innervosito.
“Il Principe vuole sapere perché la città non è ancora caduta. Ritiene che stiamo impiegando troppo tempo secondo gli standard della Brigata d’Acciaio…” Franz lasciò morire la frase e si alzò con uno scatto nervoso gettando a terra la lettera.
“Se quell’imbecille di un sangue blu sapesse che cosa abbiamo trovato qui a Groningen forse capirebbe il motivo del ritardo!!! O forse no non lo capirebbe lo stesso!! cosa ne possono sapere gli aristocratici della guerra!!! passano il loro tempo a mangiare e fare festini mentre altri fanno il lavoro sporco!!! Se potessi averlo fra le mani io…” gli ufficiali abbassarono lo sguardo quasi si sentissero colpevoli dell’andamento della campagna ma tornarono presto sull’attenti dato che Franz stava già ricordando loro l’ottimo lavoro svolto.
“Passatemi l’altra lettera arrivata e speriamo siano buone notizie!”.
Il Generale srotolò la seconda pergamena notando che non si trattava di una nota ufficiale ma di un rapporto degli esploratori, lesse velocemente quanto scritto e rimase sbigottito.
“Sembra proprio che il nostro Principe non abbia fiducia in noi!” disse con tono sarcastico. Gli ufficiali tornarono a fissarlo con aria interrogativa.
“Gli esploratori hanno avvistato un esercito numeroso appostato dieci chilometri a Nord-Est di Groningen, sembra che portino celate le insegne del Principe. Ahahaha!! così arrivano i rinforzi!!!. Meglio così. Se il Principe non crede nella nostra competenza lasceremo che sia lui ad intervenire visto che ormai si è scomodato”.
“Capitano!” disse rivolto a Herik.
“Si signore!”
“Preparate le macchine continueremo a punzecchiare la città fino all’arrivo del Principe, almeno saranno i suoi uomini a morire quando sfonderemo”.
“Agli ordini generale!”.
La Brigata d’Acciaio continuò il botta e risposta con l’esercito nemico fino a tarda sera. Ormai fra gli uomini di Franz si era sparsa la voce dell’arrivo del Principe, quindi decisero di non correre rischi inutili dato che presto il vantaggio numerico avrebbe decretato la caduta definitiva della città traditrice.
Nell’ultimo giorno di battaglia la Brigata era riuscita a colpire più volte una delle torri e aveva creato una piccola breccia nelle mura, tuttavia la situazione di equilibrio continuava a protrarsi.
Franz diede l’ordine di fermarsi alla catapulte quando ormai il sole era totalmente tramontato ed una pallida luna argentea stava cominciando la sua ascesa nel cielo notturno.
Avviandosi verso la solita tenda di riunione, come faceva al termine di ogni giorno d’assedio, notò che le guardie all’ingresso non erano presenti e questo lo insospettì non poco. Allungò il passo raggiungendola in fretta e vi entrò senza indugiare.
La vista che gli si presentò non destò in lui nessun senso d’allarme in quanto tutto risultava essere al suo posto.
Di lì a poco le due guardie incaricate di sorvegliare la tenda tornarono al loro posto. Franz uscì immediatamente e chiese spiegazioni.
“Signore ci avete mandato a dire che potevamo andare in pausa, allora noi…” la guardia che aveva parlato parve confusa dalla domanda tanto che si volse verso l’altra per chiedere conferma.
“Io non ho mandato nessuno qui” disse Franz.
“Ma allora chi ha mandato quel soldato!” rispose la guardia.
“Quale soldato??” disse Franz.
“Un soldato è arrivato un’ora fa con un messaggio firmato da voi, ha detto che vi avrebbe aspettato all’interno della tenda perché doveva darvi notizie urgenti”.
“E voi gli avete creduto!!!!” urlò il Generale
“Ma signore c’era la vostra firma ed il vostro sigillo sulla nota” disse la guardia ora intimorita.
Franz si frugò immediatamente nelle tasche scoprendo che il suo sigillo era sparito, imprecando furiosamente emise un grugnito e scomparve nella tenda.
“Maledizione!!!!”.

Continua...

[Modificato da Rurik Forgiaferro 19/03/2006 22.10]



"I fuochi segreti dei nostri cuori bruciano nel ricordo di dure perdite e di eroi uccisi ma, come la pietra da cui siamo venuti, resistiamo "