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Assedio di Groningen PARTE 8

Ancora confuso dall’incontro appena avvenuto con il Generale, Fuller si incamminò per tornare in guardiola non potendo fare a meno di pensare alla mossa successiva.
Era ovvio che quel farabutto di Ubner stava nascondendo qualcosa, infatti questo spiegava perché aveva fatto uccidere il messaggero con bandiera bianca il primo giorno senza nemmeno lasciarlo parlare. Di certo sarebbe andato presto a fargli visita ma prima doveva occuparsi di un problema più urgente, l’esercito del Principe menzionato da Franz.
Mentre attraversava pensieroso il vicolo che lo avrebbe condotto in guardiola, qualcuno lo prese alle spalle trascinandolo in un angolo buio del vicolo e tappandogli la bocca.
“Silenzio e nessun rumore!” disse lo sconosciuto, “Voltati”.
Fuller si volse lentamente senza movimenti bruschi, escluse immediatamente la possibilità di estrarre la daga per difendersi in quanto se lo avessero voluto morto lo sarebbe già stato.
Focalizzando lo sguardo sull’individuo poté notare che aveva il viso coperto con tessuto nero, come il resto del corpo.
“Sono un emissario dell’Oscuro”, disse lo sconosciuto presentandosi. “Perdona i metodi bruschi ma questi incontri devono verificarsi in segretezza”.
“Che cosa vuoi da me?” chiese Fuller,
“Sono stato mandato per sapere se sei soddisfatto delle informazioni ricevute, sai il mio superiore desidera essere pagato al più presto”.
Fuller emise una nota di incertezza “si… emh sono state molto utili le informazioni ma ho bisogno ancora del vostro aiuto”.
“Bene!!..” disse l’emissario, “sai che questo ti verrà a costare molto vero??”
“Si lo so ma ho ancora una missione urgente per l’Oscuro”.
“Così sia, parlami degli estremi e riferirò al più presto al mio superiore”.
“Aspetta come faccio a fidarmi di te potresti essere un traditore!!” disse Fuller con aria sospetta.
“E’ forse una scusa per non pagare?, forse questo potrebbe convincerti meglio”, l’emissario estrasse una piccola balestra già carica e la puntò verso la gola del comandante.
“Aspetta non intendevo mettere in dubbio niente, e che…”,
“Non mi interessa cosa intendevi dire, ti conviene pagare al più presto e se hai ancora bisogno dei nostri servizi, parla ora ed in fretta, il mio capo non ama perdere tempo” concluse l’emissario in tono minaccioso.
“Ok va bene questa è la situazione…”.

Appena Fuller ebbe terminato l’incontro con l’emissario dell’Oscuro si avviò immediatamente verso il municipio.
Era sicuro che quattro parole scambiate con il sindaco avrebbero reso la situazione più chiara. Coloro che lo videro passare con passo svelto, gli rivolsero un cenno di saluto non ricambiato, finché il comandante raggiunse il municipio.
Le guardie poste all’ingresso si posero sull’attenti chiedendo il motivo della visita inaspettata ma Fuller, scuro in volto, rispose con tono minaccioso di mettersi da parte e lasciarlo passare. Non volendo incorrere nelle ire del loro comandante, le guardie si scostarono senza interferire.
Raggiunse in fretta l’ultimo piano del municipio percorrendo rampe di scale lussuose coperte di raffinati tappeti color porpora. Intravide in lontananza la porta che dava accesso allo studio di Ubner e senza degnare d’uno sguardo i presenti nel corridoio, prese una rincorsa e sfondò la porta dello studio ritrovandosi davanti uno sconcertato sindaco intento ad amoreggiare con due avvenenti intrattenitrici.
“Così c’è la spassiamo, vero Ubner??” disse Fuller con tono ironico e minaccioso.
Il sindaco colto alla sprovvista dall’intrusione inaspettata si spaventò ribaltandosi assieme alle due ragazze e alla sedia che lo reggeva.
“Che diavolo ci fai qui?!!, ti sembra il modo di entrare in uno studio privato??!!, sono occupato ora!!” rispose urlando istericamente.
“Fuori di qui!!” disse Fuller estraendo la daga e facendo cenno alle due donne di andarsene. Le sgualdrine raccolsero i loro vestiti e sgusciarono via in un batter d’occhio senza badare ai richiami inutili di Ubner che cercava di trovare qualcosa per coprirsi.
Fuller si avvicinò minacciosamente alla scrivania del sindaco senza togliere lo sguardo dal poveretto che implorava nudo per terra di non fargli del male.
“Cosa diavolo hai in mente di fare Ubner?, pensi che non abbia scoperto i tuoi loschi piani?, pensi che non sia venuto a conoscenza dei tuoi falsi conti e dei tuoi raggiri?” disse Fuller minaccioso.
“Di cosa diavolo stai parlando sei forse ubriaco?” urlò Ubner con voce stridula.
“Insisti a farti beffe di me, Ubner…!!, sto perdendo la pazienza!” il tono minaccioso e calmo di Fuller fecero impaurire ulteriormente il sindaco che cominciava a temere per la sua vita.
Ad un tratto arrivarono due guardie attratte dalle urla provenienti dallo studio, fecero il loro ingresso attraversando la porta sfondata e tennero le alabarde tese verso il comandante.
“Aiutatemi presto!, quest’uomo è pazzo, vuole uccidermi!!” grido il sindaco alle guardie.
“Fermi!!, non muovete un passo o lo sgozzerò come un maiale” intimò il comandante.
Le guardie si immobilizzarono all’istante conoscendo bene il temperamento pericoloso del comandante, mentre Fuller tornava a rivolgersi minaccioso al sindaco.
“Allora vuoi confessare!, o mi vuoi costringere a privarti di quel poco che ti ritrovi” terminata la frase avvicinò la daga ai genitali dell’uomo piagnucolante che preso da un attacco di panico cominciò a confessare.
“E’ vero!, è vero!, è tutta colpa mia. Sono stato io a provocare il Principe. Ho stracciato le sue richieste di pagamento per mesi e manipolato i registri. Ho risposto alle minacce di invasione con lettere di scherno e…” il sindaco spiattellò tutte le sue malefatte in pochi secondi senza rendersi conto che Fuller si era già alzato andandosi a posizionare accanto alle guardie ora allibite.
Quando terminò e si degnò di alzare lo sguardo, incontrò quello di disprezzo dei presenti e tornò a coprirsi da buon codardo.
“Ora capisco perché hai fatto uccidere l’ambasciatore al suo arrivo, portava un proclama di resa firmato dal Principe vero!!?” gridò Fuller.
“Alzati ora!!, smidollato di un codardo. Lo sapevo che non c’era da fidarsi di te” il sindaco si alzò ancora scosso mentre Fuller gli gettava una veste.
“Dato che sono un mercenario e vengo pagato per compiere ciò che mi è stato assegnato, andrò fino in fondo a questa faccenda. Ma lo farò a modo mio!”.
“Che vuoi dire?” chiese Ubner che ora si stava calmando.
“L’esercito che ci sta assediando non è composto da soldati del Principe ma da mercenari, in particolare dalla Brigata D’acciaio.
Ho combattuto personalmente al fianco del Generale che li guida, un uomo d’onore in confronto al quale tu non sei nulla” disse accentuando il disprezzo col risultato di umiliare ulteriormente il sindaco.
“Il fatto strano e sospetto è che un altro esercito, del quale persino Franz è all’oscuro, si è appostato a Nord di Groningen ed ha tutta l’aria di voler dar man forte all’assedio”.
“Siamo spacciati allora!!, che cosa faremo ora??!” disse Ubner disperato.
“Silenzio!!, non ho finito!”. Il sindaco si zittì ricomponendosi e riprese a prestare attenzione.
“A quanto pare, Franz non era nemmeno al corrente che noi di Groningen sapevamo del suo arrivo. Questo tipo di operazioni vengono sempre tenute segrete a corte, quindi deve esserci stata per forza una fuga di notizie a palazzo…”.
“Oppure… un traditore” concluse il sindaco sconcertato.
“Infatti!!, è proprio qui che volevo arrivare. Tutta questa faccenda sembra un grosso imbroglio e credo che persino tu sei stato raggirato in qualche modo”.
“Tu credi??” disse Ubner.
“Si!” rispose Fuller.
“Cosa intendi fare ora??”
“Usare la stessa tattica con la quale ho smascherato le tue malefatte.
Ho già contattato chi di dovere per recuperare informazioni che ci servono”.
“Di chi stai parlando?”
“Non preoccupartene ora, ci penserai quando riceverai il conto” terminò Fuller con un sogghigno.

Continua…

[Modificato da Rurik Forgiaferro 08/05/2006 22.43]



"I fuochi segreti dei nostri cuori bruciano nel ricordo di dure perdite e di eroi uccisi ma, come la pietra da cui siamo venuti, resistiamo "