Assedio di Groningen PARTE 11
“Generale! siete tornato finalmente! cominciavo a credere che vi avessero teso un imboscata” disse Herik alla vista di Franz sul suo cavallo da guerra.
“Non preoccuparti Herik, sto benone; ma dobbiamo prepararci in fretta, l’assedio deve continuare al più presto” rispose Franz.
“Signore… allora è ancora guerra?” disse il capitano con tono di resa.
“Certo Herik!, ma non contro Groningen, bensì contro il Principe!” Franz scandì bene le ultime parole anche se le pronunciò sommessamente.
“Che state dicendo Generale?, Avete forse scoperto qualcosa?”
“Certo! vecchio Herik. Malauguratamente devo rassegnarmi a dire che avevi ragione.
Le tue accuse hanno trovato fondamento, ma non parliamone qui, andiamo nella tenda”.
I due si avviarono con passo deciso alla tenda approntata come centro di comando, appena entrati Franz si sedette alla sua scrivania srotolando intanto una mappa della Città di Groningen mentre Herik depose la sua spada e si appoggiò al palo centrale della tenda senza distogliere lo sguardo dal Generale.
Franz, dopo aver dato un’occhiata veloce alla mappa tornò a prestare attenzione al capitano che ora si mostrava impaziente di sapere riguardo la questione.
“Stanotte mi sono incontrato con Fuller, il comandante delle forze di Groningen. Egli ha mandato un suo agente presso il campo del Principe a Nord per recuperare informazioni, e così è stato.
L’agente è riuscito a scoprire le vere intenzioni di questo assedio e queste implicano me ed il comandante”
“Che significa signore, non capisco ancora??” disse Herik.
“Il Principe ci vuole morti entrambi!!. Egli ha pensato bene di punire il sindaco per i mancati pagamenti delle tasse ma nel contempo ha colto l’occasione per far incontrare la nostra brigata e l’esercito di Groningen, ben sapendo che sarebbe stato implicato anche Fuller.
Conoscendo la natura del nostro stile di combattimento, era sicuro che sia io che Fuller avremmo continuato a combatterci finché uno dei due sarebbe morto in battaglia per poi far intervenire il suo esercito ad abbattere il superstite. In questo modo avrebbe conquistato la città facilmente e si sarebbe vendicato dei presunti torti subiti da noi due. Il tutto senza perdere troppi uomini dato che a quel punto entrambi gli eserciti sarebbero stati decimati. Bel piano non è vero?” disse Franz con tono ironico.
“Ma Signore, che avete fatto al Principe da fargli desiderare la vostra morte?” chiese Herik.
“Un piccolo affare andato storto a Danzica, nel quale gli unici a rimetterci sono stati i suoi uomini, e quindi il suo denaro. Personalmente tuttavia, non mi ritengo responsabile dell’accaduto in quanto fu lui a pianificare la missione suicida e se non fosse stato per me e Fuller ora non avrebbe più un intera guarnigione; ma come dico sempre cosa ne possono sapere i sangue blu della guerra?”.
“Signore ora che facciamo?” chiese Herik con l’aria indecisa.
“Semplice, abbiamo un piano io e Fuller!, il nostro compito è quello di continuare l’assedio per due giorni ancora e poi entreremo in città con un invito. Naturalmente ordinerai agli uomini di non sprecare troppi colpi e di non gironzolare troppo, altrimenti si faranno colpire inutilmente.
“Tutto qui Generale?” chiese Herik ora tranquillo, avendo ricevuto un ordine preciso.
“Si! ricordati solo una cosa e dilla a tutti gli altri ufficiali; quando saremo entrati in città, tutta la Brigata dovrà raggiungere la seconda cinta di mura, nessuno dovrà restare fuori capito!!”
“Signor si, signore!!”
“Bene ora vai ad avvisare gli altri e poi riposati almeno un’ora, sai è più impegnativo inscenare un falso assedio. Se non si sta attenti si rischia di farsi male”.
I due scoppiarono in una risata soffocata che andò sfumando mentre Herik si accingeva ad eseguire gli ordini ricevuti, Franz invece rimase a studiare la mappa stesa sulla scrivania per tutto il resto della notte finché alla fine il sonno ebbe il sopravvento su di lui.
Come stabilito i due giorni successivi all’incontro, la Brigata d’Acciaio continuò ad assediare Groningen mandando a segno pochissimi colpi contro le mura stesse della città.
Per la prima parte del secondo giorno le torri si rifiutarono addirittura di sparare segno che Fuller, da parte sua, stava eseguendo quanto stabilito con Franz .
Nonostante gli uomini della brigata non fossero stati tutti avvisati della messa in scena, molti di loro ebbero modo di capire che gli ufficiali stavano eseguendo qualche strategia segreta e quindi non si permisero di porre troppe domande indagatorie, soprattutto per il fatto che tutti avevano ricevuto l’ordine di radunarsi alla seconda cinta di mura con le rispettive divisioni, come se l’ingresso in città fosse stato pianificato; così gli scontri continuarono fino a tarda notte. Franz non mandò nessuno a riposare quella notte e le divisioni restarono schierate sul campo in attesa di qualche evento particolare. E così fu.
Alla quarta ora della notte una bandiera bianca venne issata presso il corpo di guardia della città. Immediatamente le catapulte smisero di lanciare ed un urlo di esultanza eruppe da tutte le schiere della Brigata.
Il segno era arrivato. Incolonnandosi dietro al proprio Generale, che si era preparato per tempo all’ingresso trionfale, tutta la Brigata con le varie divisioni si mosse in direzione del cancello principale che ora giaceva aperto ed incustodito.
Franz continuò a guidare i suoi uomini oltre in cancello in direzione della seconda cinta di mura come stabilito. Dopo circa un ora tutta la Brigata, compresi i reparti di artiglieria, ebbero attraversato il cancello della città. Appena l’ultima catapulta ebbe varcato il cancello due sentinelle nascoste nell’ombra dei loro mantelli uscirono dai loro nascondigli e si apprestarono a richiudere la pesante grata di ferro battuto facendo scorrere la ruota dentellata, dopo di che tornarono a scomparire.
Tutto procedeva come pianificato. Franz continuò a cavalcare verso le mura secondarie notando l’entità dell’esercito che si era arroccato da giorni dietro quelle mura.
Molti uomini armati sedevano ovunque aspettando ordini, vigili guardie curavano mucchi di vettovaglie che avrebbero consentito la sopravvivenza per mesi interi ed infine interi reparti di fanti ben armati si allenavano in zone sgombre della città incitati da civili curiosi.
Senza badare al fracasso generale cittadino, Franz e la Brigata proseguirono velocemente finché raggiunsero le mura secondarie, solo allora egli diede l’ordine di arrestarsi.
Fuller che gia in lontananza aveva avvistato il Generale, scese dalla torretta di guardia per rendere omaggio ufficialmente al nuovo alleato.
“Sei arrivato finalmente?” disse il comandante porgendo la mano,
“Mi piace far aspettare agli appuntamenti” rispose il generale stringendola.
Franz scese dal suo destriero e ordinò di condurlo via.
“Allora, quale sorpresa hai preparato per il Principe?, vecchio farabutto” disse pungolando il comandante,
“Lo vedrai con i tuoi stessi occhi, vieni” disse Fuller indicando la scaletta di pietra che li avrebbe condotti sulla sommità della torretta di guardia.
Salirono di corsa la ripida scala finché si trovarono in cima.
“Guarda e dimmi che ne pensi… sono arrivati proprio oggi”.
Franz si voltò verso l’interno delle mura ed immediatamente un’espressione di sgomento e meraviglia apparve sul suo volto segnato da mille battaglie.
“Impressionante!!…” fu l’unica parola che emise rimanendo poi a bocca aperta.
Continua…
Questa parte desidero dedicarla a Papen per il grande aiuto che mi ha elargito.
Grazie infinite.
[Modificato da Papen82 10/06/2006 21.00]
"I fuochi segreti dei nostri cuori bruciano nel ricordo di dure perdite e di eroi uccisi ma, come la pietra da cui siamo venuti, resistiamo "