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Capitolo 11°: Nomine per l’incursione

Ansa prima di Bruges, 24 Giugno 1350

Quella notte scegliemmo i marinai per l’incursione, per avere notizie sulla città.
Io e Simon, il mio fido tenente, decidemmo i marinai che sarebbero venuti.
Alle 4:00, verso l’alba salì sul cassero di poppa e dissi i nomi di chi sarebbe venuto:
“ Come, sapete cari amici, oggi partiremo per l’incursione a Bruges. Abbiamo deciso chi verrà.
Verrà:
Julius Beringer, Capitano della Dea della Guerra.
Simon Östrekom, Tenente della Dea della Guerra.
Franz Marden, Marinaio scelto della Dea della Guerra.
Sam Marseil, Marinaio semplice della Dea della Guerra.
Otto Dansand, Nocchiere della Dea della Guerra.”
Il Tenente mi sostituì:
“Saremo accompagnati fino a Bruges da un pescatore del luogo. Ognuno sarà armato di un pugnale e una spada a scelta tra: spada semplice, stocco, sciabola. Saremo coperti da vestiti di qui. Ognuno avrà anche un pistola nascosta all’interno della propria giacca. L’operazione avrà inizio alle ore 9:00, quando arriveremo a Bruges e finirà alle ore 22:00 ora in cui ritorneremo alla nave. Domande?”
Sam Marseil chiese: “ Quali sono gli obiettivi dell’incursione, signor Östrekom?”
Io intervenni: “ Dovremo controllare il numero di torri del porto, di soldati, di soldi e se i galeoni ci sono”.

































Capitolo 12°: Bruges

Bruges, 24 Giugno 1350

Eravamo nella campagna circostante Bruges. Io, Simon, Franz, Sam e Otto.
Avevamo l’aspetto di comuni cittadini benestanti, cinque amici in giro. Entrammo a Bruges, e passammo sotto il grande arco di pietra che segnava il confine tra campagna e città, come il resto delle mura. Le case che ci circondavano nel largo e lungo viale che conduceva al centro della città erano in mattoni, legno e pietra. Quelle in mattoni, alte con balconi sporgenti, grandi vetrate colorate, e l’esterno di un rossiccio terra, il color mattone. Quelle di pietra, invece, erano di un color fulvo chiaro. Al secondo piano avevano uno scalino verso l’esterno. I vetri erano normali. Quelle di legno erano marroncino sabbia, con assi di legno che abbellivano l’insieme. Erano un insieme di piccoli appartamenti, con poche finestre. Il grande viale era uno tra i più trafficati. Passavano carri e persone a destra e a manca. Camminavamo calmi sul viale quando passarono delle guardie, vestite di blu, con elmi in ferro. Io velocemente mi appuntai questi importanti particolari su un’agendina. Il grande viale si perdeva a dismisura. Dopo molti passi davanti a noi si ergeste la cattedrale. Imponente, affascinante, si ispirava ai Duomi dell’Italia. Il campanile era altissimo, con la sommità in oro, che abbagliava gli occhi di chi la guardava incantato. Il grande campanile suonava i dodici rintocchi. Era ora di pranzo.
Camminando su una lunga penisola che si estendeva sul mare arrivammo alla taverna.
Entrando il padrone, un’anfora piena di vino, ci portò al tavolo e ci fece sedere.
Ordinammo. Io presi un cosciotto d’agnello in salsa piccante con del vino della zona, Simon una decina di triglie con un boccale di birra, Sam e Franz presero uno stinco di maiale con dei tuberi e un barilotto di birra infine Otto mangiò una costata di vitello con del vino.
Il tutto fu squisito. Non era molto salato, tutto tranne il conto. Spesi, e sottolineo spesi, la bellezza di 100 marchi.
Fortunatamente i nostri obiettivi furono presto visibili. Trovammo delle torri, due per la precisione, anche molto distanti tra loro. Le torri erano occupate da un mortaio e due uomini.
Poi vennero i soldati. Fortunatamente in quel momento venne pronunciato un editto.
Il lettore diceva: “ Cari concittadini, oggi il Consiglio Cittadino ha deciso di approvare la mozione presentata dal Nostro beneamato Sindaco, il Signor Johnatan Welfare, di portare il numero di soldati a 42.” Poi arrivarono in quel momento cinque galeoni, dalla massa lenta e imponente che tagliava in due l’acqua. Era il convoglio in ritorno dal Sud Europa. Infine catturammo un corriere del Sindaco. Diceva che le Casse Cittadine traboccavano d’oro. 20 Milioni. Al momento dell’affermazione esclamai: “Corpo di mille Marchi!”.
Alle 20:00 il pescatore ci riportò alla nave. Raccontammo tutto e andammo tutti in coperta, per discutere.



















Capitolo 13°: L’Assalto

Porto di Bruges, 26 Giugno 1350

Era l’alba. La Dea della Guerra correva sull’onde all’assalto dei malfattori di Bruges. Mancavano poche miglia al molo d’attracco. Una vedetta del porto aveva dato l’allarme, dopo averci visti.
Io mi trovavo al timone. Urlai al cannoniere di caricare i cannoni. I marinai, velocemente presero le pesanti palle e misero dentro la canna. Ci avvicinammo alla prima torre. A un certo punto ordinai: “Fuoco!” gli 8 cannoni spararono l’attacco alla torre, che fu centrata in alto, scoperchiandosi. Dopo pochi istanti l’operazione si ripete ma questa volta ci furono gravi danni alla costituzione. Dopo un’altra cannonata la torre, in pietra resistente ma di costruzione debole, crollò. Purtroppo finirono le palle da cannone. Ordinai al nostromo di preparare moschetti, pugnali, pistole e stocchi. Attraccai la nave nel punto della torre crollata ogni marinai con il proprio armamento scese sulle scialuppe dirigendosi alla città. Durante l’andata arrivarono dei soldati. I marinai svelti spararono con i moschetti, contro i militari in modo da eliminarli quasi tutti. Poi scesi a terra assaltammo l’altra torre. Il mortai non ci noceva minimamente. I miei marinai fecero indebolire la torre indi i moschettieri le diedero il colpo finale facendola crollare. Dopo arrivarono i soldati: balestrieri, moschettieri, guardie e arcieri.
Ci scagliammo contro e inizio una fragorosa battaglia: i moschettieri si davan guerra con le unità da tiro dello schieramento a noi nemico, sparando colpi mortali e mirando spesso polmoni, cuore o testa. Io affrontai a duello il Capitano delle Guardie mentre il mio fedele Tenete uccideva il Capitano degli Arcieri.
Io, col mio stocco dalla salda impugnatura e la luccicante lama in ferro proveniente da Toledo, affrontavo un uomo valoroso quanto me, il Capitan Louis Baldazar. I colpi si facevan tremendi e, grazie a una sua svista, a un certo punto il mio stocco gli si conficcò dritto nel cuore. Il sangue dei morti, tutti nemici, scorreva a fiumi tra le case, mentre i cittadini guardavano angosciati dalle finestre. La battaglia dopo la morte del Capitano cessò presto. Io e i miei uomini ci dirigemmo al municipio. Entrammo e derubammo le casse, confiscando ben 20 550 650 Marchi. Dopo pochi attimi arrivarono le nostre venti caravelle che, dopo aver caricato 200 colli di grano e 2000 barili di birra. Si disposero in fila a due a due. La Dea della Guerra si mise a capo e le convogliò fino a Lubeck, dove ci attendevano il Governator Scandroglio, con sua Figlia la sfavillante Martina, il Sindaco Ludolph Schmidt di Tallinn, il Sindaco John Konig di Lubeck, il Cardinale Luca De Antoni di Milano. Correvamo sulla limpida acqua raggiungendo velocemente Lubeck.


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