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Sacred

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2011 21:20
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15/05/2006 10:55
 
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Imboscate sul sentiero
A Bellevue i contadini erano già per strada con i banchetti colorati dei frutti della loro terra; c’era anche un mercante, il personaggio più odiato e più frequentato di tutti; Tergot e Lenny non fecero eccezione e si fermarono al suo banco chiedendo qualche pozione medicamentosa: sapevano bene che il tragitto era costellato di mille pericoli e che un aiuto lo potevano trovare in quegli infusi di erbe realizzati con molta cura dagli alchimisti del regno; lo zaino dei due viaggiatori cominciò così a riempirsi di ampolle color rosso.
- Tornerò presto da te, mercante, non appena avrò un po’ di scudi in più nella mia borsa: sono interessato all’acquisto di qualche arma più potente di questo spadone a due mani!
- Lo so che tornerai, avventuriero, e sarò molto contento della tua visita: sono sicuro che mi porterai della buona merce.
Il mercante finì la frase con una fragorosa risata che si sentì in tutta la via mentre i due si incamminarono verso est, per ritrovarsi nei campi disabitati fuori del paese, in direzione della loro meta.
- Hai capito cosa intendeva dire il mercante? Io per niente!
- E perché lo chiedi a me? Credi che io abbia la risp…
Lo scambio di battute tra i due compagni fu bruscamente interrotto da urla, grugniti e ghigni sordidi: improvvisamente, da un pruno sulla proda, sbucò una banda di quattro orchetti, armati di pugnali e spade, che subito si scagliarono contro i malcapitati. Mentre Tergot sfoderava lo spadone, Lenny era già all’opera, con il suo inseparabile “pugnale della tigre”, con una delle bestie che li stavano assalendo; il guerriero infilzò uno a uno i tre avversari e corse, spada alta sulla testa pronta al colpo, ad aiutare l’amico in difficoltà.
I corpi senza vita di quei quattro esseri repellenti erano distesi a terra in pozze di sangue giallo e lo spettacolo inorridì persino Tergot, nonostante i suoi trascorsi nell’arena; Lenny, da canto suo, improvvisamente cominciò a saltare di gioia come un matto.
- Hei, amico, guarda qua: quei mostriciattoli erano pieni di scudi e… credi si arrabbieranno se gli portiamo via queste armi o cosa diavolo sono?
Il ladro aveva in mano un bastone con incastonato un anello nella parte superiore, quella che aveva tutte le sembianze di una vera e propria impugnatura.
- Mettilo subito a terra: è un’arma dei Maghi guerrieri e potrebbe non aver bisogno di conoscenze particolari… insomma, lo potresti azionare senza volerlo!
Tergot cominciò a guardarsi intorno frugando dappertutto alla ricerca di altri oggetti: trovò dei guanti protettivi, alcune ampolle di color verde e giallo a lui sconosciute, una spada bilama, uno scudo protettivo e tante monete d’oro! Le raccolse tutte nello zaino e si fermò a pensare al mercante.
- Quanto manca al presidio, Lenny? Devo al più presto tornare dal mercante per vendergli tutto ciò che ci ingombra e che non è di alcuna utilità… anzi, prova a vedere come ti trovi ad armeggiare questa spada a due lame
- Wow, sembra di buona fattura! Sì, può andare, sono più a mio agio con questa… - lanciò dei fendenti nell’aria per controllare che l’arma non limitasse la sua agilità - … per il presidio credo ci vogliano solo pochi minuti.
- Ti senti bene? Hai bisogno di riprenderti un attimo? - Lenny fece segno di tutto a posto - Allora torniamo sui nostri passi: abbiamo ancora un cammino pericoloso da fare, lo sento.
I due si fecero coraggio per tornare sui loro passi; il sole era oramai alto nel cielo e il caldo cominciava ad essere fastidioso. Conigli e cervi selvatici fuggivano al loro passaggio facendo nascere un sorriso sui volti ancora spaventati per il brutto incontro con gli orchetti.
Ma la vita, a volte, è burlona e offre subito l’occasione per dimenticare tutto.
Un dardo, giunto da un groviglio di piante alla loro sinistra, si conficcò nel terreno; un altro saettò sul capo di Lenny; un altro ancora si fermò nel tronco dell’ultimo albero appena passato… un’altra imboscata, ma questa volta erano Tagliagola della foresta.
Al grido di
- O la borsa o la vita!
quattro malviventi fecero cerchio intorno ai due viaggiatori, mentre da lontano due donne armate di arco tenevano la situazione sotto controllo; come vecchi amici d’arme, il guerriero e il ladro si fecero segno inarcando le sopracciglia per cominciare questo nuovo combattimento.
Non fu difficile togliere di mezzo i Tagliagole che li attorniarono, al contrario delle donne che si rilevarono degli ossi duri; i colpi, sempre precisi, furono tanti da perderne il conto, ma alla fine i sei banditi giacevano a terra insieme alle loro armi e ai loro borselli delle monete.
- Ancora monete d’oro e armi da portar via! Mi sa che ho sbagliato qualcosa nella vita: divento avventuriero e mi faccio beffe del soldo della Corona
- Bada a come parli, ingrato! Lavorare per il Principe ereditario è un onore destinato a pochi, ricordatelo!
- Va bene, va bene. Non alterarti amico mio, stavo solo scherzando… raccogliamo tutto e proseguiamo, d’accordo?
- Mi dispiace, ma ritengo che tutto questo bottino, chiamiamolo così, debba rimanere nel mio zaino e basta! Aiutami a raccogliere tutto e andiamocene, prima che arrivino altri furfanti. Ah, prendi questa pozione medicamentosa, ti rigenererà completamente.
Ripresero il cammino e, appena lasciata la radura dell’imboscata, furono in vista della meta: la cinta muraria del presidio cominciava a proiettare il cono d’ombra pomeridiano sul prato antistante; di fronte all’ingresso, distante poche decine di metri, il ponte che attraversava il torrente Oscuro, che segnava il confine con le Regioni Oscure dell’est.

continua


Quando avrete inquinato l'ultimo fiume, quando avrete abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo pesce, ucciso l'ultimo bisonte, solo allora vi accorgerete che non potete mangiare tutto il denaro accumulato nelle vostre banche.
RIPRENDIAMOCI LA TERRA
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